La squadra non basta, Rafa vuole anche tifosi vincenti: e se provassimo a credergli?
di Errico Novi
E insomma questo qui si è messo in testa di allenarci tutti quanti. Rafa Benitez ha occhi e testa non solo per la squadra ma anche per noi. Nell’ultimo post pubblicato sul suo sito ufficiale il tecnico spagnolo sottolinea «l’entusiasmo dei tifosi, che con la loro passione ci trasmettono energia positiva, mostrando anche grande maturità». Forse è un po’ troppo generoso. Se parliamo non solo di chi va allo stadio ma della grande platea dei supporters che determina il clima attorno alla squadra, be’ allora tutta questa maturità non si vede. Diciamolo: è bastato che si spezzasse il ritmo compulsivo partita della domenica/partita infrasettimanale (andato avanti ininterrottamente da Napoli-Atalanta a Napoli-Livorno, quasi un mese senza fiato) e già siamo tutti con la testa al mercato, dietro Rami, Iturbe e ipotetici mediani montenegrini.
Non è il fatto in sé dell’intossicazione da fantacalcio. Però l’esempio rende l’idea. Inutile nascondere che il chiacchiericcio sui lontani arrivi di gennaio è direttamente proporzionale a un certo disincanto rispetto alle reali possibilità dell’organico attuale. Il calo seguito al capolavoro di Napoli-Borussia ha impolverato tutte le favole raccontate dai media e dai tifosi, tutte le elegìe sul Napoli improvvisamente asceso al rango di big europea. Nessun peccato mortale, per carità. Se però l’obiettivo di Rafa è anche quello di trasmettere a tutto l’ambiente una nuova consapevolezza, diciamo che non ci è ancora riuscito. La nostra agilità nel precipitare dall’entusiasmo sfrenato allo scetticismo più greve è ancora tutta lì. E forse proprio perché se n’è reso conto, Benitez è partito con una nuova somministrazione di training autogeno. Con quelle parole sulla «maturità» della tifoseria partenopea, sul suo «calore» che «sarà prezioso in una stagione così impegnativa», il mister più che altro ci incoraggia a essere quello che ancora non siamo.
Vogliamo vincere, come dice il coro più di moda quest’anno? Bene, allora non deprimiamoci. Non trasfiguriamo Hamsik da miglior giocatore del campionato a oggetto misterioso e inaffidabile. Non storciamo il naso se Insigne dopo una partenza bruciante è un po’ stanco. O se il Pandev di Genova evapora nella serataccia di Londra. Benitez è convinto che riusciremo a diventare un club (e dunque un ambiente, una tifoseria) degna dei massimi vertici europei. Proviamo a credere almeno a lui. Nell’articolo apparso sul suo blog Rafa dice un’altra cosa, oltre a distribuire lodi a tutti: «I ragazzi mostrano di assimilare sempre più l’idea di un progetto che vuole rendere il Napoli protagonista, non solo in questa stagione ma anche nei prossimi anni». Cioè promette di voler restare qui a lungo, di volerci accompagnare verso anni di vittorie. Questo qui ha un progetto, potremmo dire che ha intenzioni serie. Ed è serenamente certo che siamo destinati a luminosi trionfi. Significa che potremo anche uscire mazziati dall’Emirates ma poi chissà, i paccheri da faccia ce li toglieremo con gli interessi. Vuol dire, questo è sicuro, che non abbiamo ultime spiagge su cui arenarci. Che possiamo stare un po’ più leggeri. In una bella intervista al Mattino Cesare Prandelli si dice sicuro che questo Napoli vincerà come mai gli era successo in passato. Sarà così se anche noi saremo all’altezza.