Adesso mi godo il Napoli, agli spocchiosi che schiumano rabbia contro de Laurentiis penserò dopo

Allo straordinario coraggio dimostrato da Adl con l’acquisto di Lukaku, c’è chi, come Repubblica, reagisce con l’accusa di “azzardo”. Una parte della città non perdona al presidente di ricordarle, da vent’anni, che dalle nostre parti vincere è possibile
  • Romelu Lukaku, il più grande acquisto di Adl
  • di Errico Novi

    Sono stato a lungo in silenzio. A osservare. Avrei voluto scrivere, tante volte, durante il disastro della stagione scorsa e negli ultimi giorni. Mi era venuta voglia di urlare tutto il mio sconcerto, mi verrebbe da dire disgusto, per certi titoli contro de Laurentiis, contro Conte, per il disfattismo montante. Ho sempre accantonato l’idea. Poi sabato mattina, dopo il sollievo per la notizia che il Napoli era riuscito a comprare Lukaku nonostante non avesse ancora venduto Osimhen, dopo questa conferma dell’intelligenza e dello spessore di de Laurentiis, il migliore per distacco, fra i presidenti della nostra storia, apro i siti e vedo che c’è chi continua a eruttare veleno. “Repubblica” per esempio, che parla di “azzardo” per il colpo messo a segno senza essersi prima sbarazzati del vecchio centravanti.

    E lì mi è chiaro, chiarissimo l’odio che è più forte di tutto. L’odio per Aurelio, il livore irredimibile di chi ama snobbare con disprezzo, da un presunto punto di vista superiore, senza neppure provare a esercitare un minimo la capacità di analisi.

    Vorrei dirlo per bene: Aurelio de Laurentiis, con l’acquisto di Lukaku, ha realizzato la più straordinaria operazione di mercato di tutta la sua presidenza. Ha compiuto uno sforzo che può spiegarsi solo se sorretto da un’eccezionale lucidità. Ha capito che c’era in gioco la storia del Napoli, e che anzi, diversamente da quanto insinua Repubblica, comprare il nuovo centravanti titolare era il solo modo per disarmare la pretenziosità di Osimhen, e costringerlo ad accettare la prima proposta decente che dovesse capitargli.
    Magari da qui al 30 agosto non gliene arriveranno. Ma se c’era un modo per sostenere almeno un po’ le speranze di chiudere la pratica, era esattamente nella strada scelta da Adl e seguita alla perfezione da Manna. Altro che azzardo.

    Non so se basterà. È chiaro che un centrocampo più robusto, rafforzato da gente come Gilmour e soprattutto McTominay, che fosse anche in grado di tirare in porta, una volta ogni tanto, darebbe ancora più respiro alle ambizioni del Napoli.

    Conte è stato straordinario nel mantenere i nervi saldi, ed è incredibile che, analogamente al livore di Repubblica per il cosiddetto azzardo di de Laurentiis, c’è chi nei giorni scorsi è arrivato a rinfacciare all’allenatore l’eccessiva calma, e a biasimarlo per gli artigli ormai spuntati.

    Avrei voluto scrivere già nei mesi scorsi, su Napoli che non merita un presidente così capace, sulla frustrazione per il potenziale perduto della città che finisce per scaricarsi su una delle poche cose che della città, negli ultimi vent’anni, ha sempre funzionato, cioè il Napoli. Ma mai come stavolta, alla rabbia schiumata dagli altri, rispondo con il mio amore per il calcio. Voglio vedere Lukaku fare il centravanti boa manco fosse l’Enzo D'Angelo della Canottieri campione d’Europa, voglio vedere Neres girargli intorno e far impazzire centrali e laterali avversari, voglio vedere Kwara spaccare la porta come non gli riuscì, per colpa di un legno, con quel meraviglioso tiro in girata all’Olimpico contro la Lazio, nell’agosto di due anni fa. Gli altri continueranno a dire che de Laurentiis è un presuntuoso, senza essersi mai guardati veramente allo specchio.

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