Chievo-Napoli, O’ Trammammuro: chi sale e chi scende
di Domenico Zaccaria
SU: MANOLO GABBIADINI – “13 milioni per un panchinaro sono troppi”, avevano già sentenziato i soliti sapientoni. E invece, alla prima da titolare in campionato, il buon Manolo mette il piede in entrambe le reti azzurre e ne sfiora un terzo. C’è insomma la sua firma indelebile su quella che, classifica alla mano, è finora la vittoria più pesante della stagione.
SU: IVAN STRINIC – Inizia male, sembra un po’ sulle gambe dopo le tante partite consecutive da titolare. Poi, un crescendo costante che culmina con l’assist per Gabbiadini in occasione del secondo gol. E meno male che era fuori forma dopo due mesi di inattività…
SU: WALTER GARGANO – Entra e cambia la partita, concedendosi anche qualche sortita in fase offensiva. Questo Napoli non può prescindere da Gargano: se c’era ancora bisogno di una conferma, a Verona è arrivata.
GIU’: JORGINHO – Appunto. Un fantasma: nemmeno nella sua Verona riesce a trovare l’ispirazione di un tempo. Non imposta e non contrasta, ma si limita a vagare per il campo senza una precisa collocazione. Lo stiamo perdendo. O forse lo abbiamo già perso…
GIU’: MIGUEL ANGEL BRITOS – La difesa azzurra mette i brividi e la palma del peggiore andrebbe divisa con Albiol e Rafael, sciagurato nell’uscita che costa l’1-1. Ma Britos non è solo lento e distratto, è anche sfortunato: è infatti chi c’è, se non lui, a deviare verso la sua porta il cross del Chievo?
GIU’: JONATHAN DE GUZMAN – Benitez lo adora, noi un po’ meno. Corre tanto, questo è innegabile. Ma è confusionario e, dopo il Genoa, regala il bis non chiudendo la partita e facendoci soffrire fino al 94esimo.