Da Jackson Martinez a Zapata, Porto-Napoli è anche la gara dei rimpianti (di mercato)
di Domenico Zaccaria
Da Jackson Martinez a Zapata il passo è stato breve. Sul mercato, s’intende, e non sul campo: perché a livello tecnico si è rivelato un salto nel vuoto (fallito). L’attaccante colombiano del Porto è stato il sogno di mezza estate di De Laurentiis e Bigon, purtroppo rimasto tale nonostante i milioni di euro (una trentina) messi sul piatto dopo l’acquisto di Higuain. “Abbiamo bisogno di un’altra punta di grande valore”, sentenziò l’allenatore spagnolo appena il Pipita arrivò sotto al Vesuvio, e non pochi esperti di mercato si affrettarono a sentenziare che avrebbe avuto poco senso investire una cifra così elevata per un altro giocatore offensivo. Vero, se si pensa ai limiti palesati dalla rosa in altre zone del campo nel corso della stagione; meno vero alla luce della scelta societaria di puntare sull’acerbo Zapata, che si è rivelato inadeguato a una piazza come quella partenopea. Un vice Higuain di livello, all’occorrenza in grado di giocare anche da attaccante esterno, avrebbe fatto comodo, eccome; soprattutto in una fase della stagione come questa, piena di impegni che per un motivo o per un altro non si possono mai prendere sotto gamba. Zapata ha segnato un gol in Champions League a Marsiglia e poi ha deluso in tutte le restanti apparizioni (poche, a dire il vero); Jackson Martinez invece, nonostante la stagione non eccezionale del Porto, è già a quota 22 reti in 37 presenze. Speriamo ovviamente che nelle due gare di Europa League sia poco ispirato. Certo, l’impressione è che con un attaccante del suo livello in rosa (magari insieme a un centrale difensivo del livello di Albiol) la stagione del Napoli avrebbe potuto prendere un’altra piega.