Dieci momenti indimenticabili di Napoli-Swansea
di Boris Sollazzo
Altre squadre rendono epica una finale di Champions League. Noi no. Sarà per la nostra attitudine teatrale verso la vita, sarà perché la sofferenza e la follia sono parte integrante della nostra essenza, noi rendiamo mitico il ritorno dei sedicesimi di finale dell'Europa League. Un turno che ti ricordi che esiste solo quando ci arrivi.
Quando vivi una sera così, al San Paolo, in curva B, non puoi che dire agli altri... #chevisietepersi.
Eccoli i 10 momenti che il mio povero cuore non dimenticherà.
1. Il pallonetto di Lorenzinho. Ovviamente non era la cosa più facile da fare in quel momento, in quella situazione, in quella partita. Ma lui la fa. Va così lenta quella sfera a gonfiare la rete che la curva B fa in tempo a sentire in dolby surround i battiti del mio cuore. Due lunghi secondi di un silenzio assordante. Poi l'esplosione. A quel ragazzo chiediamo tanto: ma poi quando si gioca in Europa e di sera, ci arricrea come pochi.
2. Dopo aver visto giocare Henrique per i primi 70 minuti, Raffaele, sotto di me, chiede il ritiro della maglia numero 4. O meglio la sua eliminazione, con il fuoco.
Decidendo che la somiglianza del brasiliano con Donadel non è solo estetica.
3. Inler sbaglia un quinto dei passaggi. Un'altra metà, riusciti, sono inutili. Arriva sempre secondo sulla palla, forse perché nessuno gli ha spiegato che comunque questo non gli vale una medaglia d'argento. Poi al 93' la mette dentro, sotto le gambe del portiere. Ovviamente ha sbagliato anche il tiro. Talmente bene che l'ha messa dentro. In curva B ancora si chiedono con che cosa abbiano innaffiato la metà campo sotto di loro: prima Calaió, ora Inler. Capace che presto vedremo pure una rovesciata all'incrocio dei pali di Behrami.
4. Ok, ora sedetevi e ascoltate bene. Abbiamo esultato, stiamo già comprando sulla pay-tv tutte le prossime partite del Porto. Ma, ahinoi, saremo squalificati e non potremo giocare con i lusitani. Il secondo gol del Pipita, infatti, non può che essere irregolare: come fa ad arpionare quel pallone? Qual è il piede d'appoggio in quel momento?
Ipotesi: il suo piede si è allungato di un metro perché lui è Mister Fantastic. E, come avevamo già ricordato per Mertens, non si possono schierare in campo supereroi con superpoteri. Oppure ha tre gambe. E allora, vien da sé, c'era il fallo. E pure bello grosso.
5. Entra Britos. Centonovanta centimetri di morbidezza. Altro che Gonzalo. E in quei dieci minuti quelli dello Swansea le prendono tutte di testa. Nei film horror Miguel Angel interpreterebbe quello che muore per primo, perché inciampa, senza nemmeno la consolazione di una fine epica o almeno fantasiosa.
A Bologna ridono ancora di quei dieci milioni sull'unghia che abbiamo speso per lui. Un giorno sarà fatta giustizia e verranno accusati di appropriazione indebita e circonvenzione di incapace.
Grazie Walter.
6. Io a Rafa Benitez gli voglio bene. Anzi lo amo proprio. Ma quando scopro da Decibel Bellini che per l'ennesima volta c'è una sorpresa tra i titolari, mi sento male. Ma ho una teoria su questo: lui fa il turn-over della nostalgia. Ogni volta fa giocare uno scarpone che non t'aspetti per farti sentire la mancanza di quello che hai insultato fino a tre giorni prima. Un genio.
7. Mi è mancato Federico Fernandez. Ecco, non ho mai capito il comandamento "non compiere atti impuri". Ma rimpiangere il Flaco temo rientri in questa casistica.
Di sicuro invocare Réveillère al posto di Ghoulam, come ho fatto al 69imo in preda all'ira, mi farà bruciare all'inferno.
8. Proprio oggi abbiamo comprato un portiere, Doblas, che ha preso otto gol nella sua ultima partita. A luglio. Già, non gioca da quest'estate. A me per quello piace De Laurentiis: la Fornero fa casino e gli altri non risolvono la situazione? Bene, ci pensa lui a spazzar via il problema degli esodati. Mettendoli sotto contratto con il Napoli.
Domani per farlo ambientare giocheranno a carte. Lui, Anthony, Gokhan Inler. E Zuniga. Il classico tressette col morto.
9. Sembra che gli azzurri chiederanno a FIGC e UEFA una deroga sul regolamento. Ovvero che la sostituzione di Goran Pandev non sia riportata nel referto dell'arbitro e non tolga la possibilità di farne altre tre. Una sorta di diritto di recesso. Non entro otto giorni, però, qui bastano otto minuti. Visto che dopo due palloni già capisci quando non gli va, quando non è serata, quando si accartoccia su se stesso. In quei casi lo si può e lo si deve far uscire subito. E non giocare in dieci per un'ora.
10. Al secondo gol di Higuain, il mini settore Malati Azzurri (gruppo Facebook divenuto comunità meravigliosa d'amici e sodali in nome del Napoli) in Curva B è diventato una montagna umana di abbracci. La protezione civile sta ancora districando la matassa di braccia e gambe creatasi in seguito al 2-1.