E' il San Paolo il vero tabù? Al Torino l'ardua sentenza
di Francesco Albanese
In trasferta è meglio. Lo dicono i numeri di questo, tribolato, avvio di stagione. La prodezza di De Guzman a Genova, il timbro di Callejòn col Sassuolo e gli squilli di Hamsik e Gonzalo in Slovacchia stanno tenendo a galla un Napoli altrimenti pasticcione in casa. Athletic, Chievo, Palermo, con l'unica eccezione della vittoria sullo Sparta Praga, hanno trasformato il San Paolo nel vero tabù da abbattere.
Troppa tensione tra le mura amiche? Può darsi che una squadra già carente di suo di uomini carismatici, risulti ancor di più frenata dai mugugni di un pubblico esigente. Fuori è diverso. Al Mapei Stadium, così come a Bratislava i napoletani al seguito (in tutto circa 4000 presenze) hanno fatto sentire il loro sostegno e la squadra è apparsa più sciolta. A dire il vero anche ad Udine non avevamo affatto demeritato.
Sia chiaro, non abbiamo violato templi sacri del calcio mondiale, ma che cosa si sarebbe detto nel caso opposto? Un nuovo processo era pronto per essere celebrato, naturalmente con Rafa Benitez sul banco degli imputati così come il contumace De Laurentiis. Vincere aiuta a vincere recita un antico adagio, la prova del nove ci attende domenica sera contro il Toro degli ex Ventura, El Kaddouri e Quagliarella. Lo "spalla a spalla" invocato dall'allenatore ha ormai soppiantato il "sin prisa pero sin pausa" di un anno fa.
Finito il tempo dei proclami, questo è il momento di correre. Tutti insieme, anche a Fuorigrotta. Spalla a spalla naturalmente.