Il calcio al tempo di Antonio Fontana
di Nello Del Gatto
Una voce, a volte, può tanto. Non voglio scomodare i casi di risveglio da coma grazie alle canzoni preferite o alle voci dei cari. Ma la storia e soprattutto la letteratura è piena di storie di voci che raccontano, che dicono, che significano. Lo sapeva bene, per fare un esempio recente, Joaquin Phoenix, che nel film Her si innamora della voce del suo sistema operativo (Scarlett Johansson). Sentimenti simili di profondo affetto e passione, ha sempre suscitato in me la voce di Antonio Fontana. Quando, piccolo o impossibilitato ad andare allo stadio, volevo seguire il Napoli, non c'era altra possibilità: o seguivi Antonio Fontana o non vivevi la partita. Antonio Fontana viveva per il Napoli e il Napoli era Antonio Fontana. Mai sopra le righe (nonostante fosse un tifoso accanito), competente, la sua voce ci ha accompagnati negli anni più belli del Napoli, di quello corsaro di Maradona. La sua voce, le sue esultanze mai sguaiate, rappresentavano appieno la voglia di una città prima e di una squadra poi, di recuperare il posto che gli competeva tra le grandi, sportive e civili. Con Guido Prestisimone rappresentava l'archetipo di quei duetti tele/radiocronista-commentatori e che oggi sono all'ordine del giorno, ma che non hanno neanche un millesimo della classe e competenza che aveva il duo di Kiss Kiss Napoli. No, non è una apologia: chiunque senta oggi le radiocronache o veda le partite in tv, si rende conto di come i radio/telecronisti di oggi gigioneggino senza averne motivo, usano un linguaggio ai limiti della denuncia per omicidio dell'italiano e, spesso, sembrano raccontare una partita diversa da quella che guardi/ascolti. Per non parlare delle gufate, ma quella è altra storia. Antonio Fontana era passione pura. Non quella che si sente oggi, tanto colorita da cadere spesso nel ridicolo, ma passione per lo sport del calcio prima che per il Napoli, cosa che lo ha fatto diventare quello che per noi rimane: una leggenda. Sarà che la sua voce è legata ai successi più belli in azzurro, sarà che a quel tempo la pay per view e la Tv non avevano ancora ammazzato lo spettacolo, le cronache di Fontana erano insuperabili. Io avevo due radioline: una sintonizzata sulla sua voce e un'altra su Tutto il Calcio Minuto per Minuto, per essere aggiornato. Senza internet, si faceva così. Addio Antonio, parte della mia giovinezza.