Anche dopo uno 0-3, non è tutto da buttare
di Domenico Zaccaria
Cercare i lati positivi di una sconfitta per 3 a 0 può sembrare un’operazione inutile e pretestuosa. E invece qualcosa va salvato anche nella trasferta torinese, al di là delle cronache giornalistiche nazionali che da due giorni parlano di un Napoli “asfaltato” dalla Juventus; e di quelle napoletane che, ad ogni sconfitta, non perdono l’occasione per rimettere in discussione l’intero progetto tecnico di Benitez, in nome di un tafazzismo del quale ormai sembrano diventati maestri. Allo Juventus Stadium gli azzurri hanno perso nettamente, e questo è innegabile; ma non è facile ritrovarsi sotto di un gol (irregolare) dopo 2 minuti. Ovviamente manca la controprova, ma è lecito chiedersi come sarebbe finita la partita se la rete di Llorente fosse stata annullata, o se fosse stato fischiato il rigore su Higuain. Chi accusa la squadra di scarsa personalità, è pregato di rivedersi le due esibizioni del Napoli di Mazzarri nel nuovo stadio della Juventus: per chi ha la memoria corta, due sconfitte, zero gol fatti, cinque subiti, un tiro in porta (il palo di Cavani); ci siamo già dimenticati delle barricate in difesa, di quella squadra così aggressiva con le piccole e così timida al cospetto della vecchia signora? Domenica sera il Napoli non ha fatto la sua migliore partita, ma ha giocato, ha tenuto la palla per larghi tratti della gara e ha costruito 4-5 occasioni pericolose. Ha perso per una rete irregolare e due eurogol, al cospetto di una squadra che domina il campionato da 2 anni e che ha offerto una delle migliori prestazioni stagionali. E qui il discorso si allarga: dopo 12 giornate di campionato, il Napoli è al terzo posto in campionato e al primo nel girone più difficile della Champions. Forse gli insoddisfatti si sono scordati la storia della loro squadra, oppure fino all’anno scorso tifavano per la Juve o il Milan. Due anni fa, quando era impegnato nella massima competizione continentale, a questo punto della stagione il Napoli di Mazzarri era all’ottavo posto in campionato con 15 punti (contro i 28 di oggi) e aveva conquistato 5 punti in Europa (contro i 9 di oggi). Questa squadra che in estate è stata rivoltata come un calzino, nella guida tecnica, nell’impianto di gioco e negli interpreti, tiene botta, eccome: nonostante le sconfitte negli scontri diretti, in campionato è solo a -4 dalla Roma e a -3 dalla Juventus. E pochi ricordano che il calendario gli ha riservato tutte le grandi sfide fuori casa nel girone d’andata, Inter a parte: al ritorno Milan, Roma, Fiorentina e Juve dovranno venire al San Paolo. In Europa invece, delle 3 delle 4 vittorie italiane in 12 partite sono proprio degli uomini di Benitez. E allora guai a pensare che sia tutto da buttare: perdere in casa dell’Arsenal, della Roma e della Juventus ci può stare. Chi pensa il contrario, è rimasto indietro di qualche anno. Oppure non fa i conti con la nostra storia.