Io, Totò ed il Subbuteo (seconda parte)

piero donati

di Piero Donati

Iniziò così la scoperta dei primi figurini di cartone, delle prime plastiche in movimento molto poco atletico (i moulded o gli walkers) per arrivare ai fantastici Heavyweight (i pesanti, con i giocatori inseriti nelle basi tramite una barretta e un rinforzino di metallo nella base, dentro scatole caratteristiche per ricerca di particolari) e si diffusero moltissime maglie di squadre che apparvero dall’inizio degli anni settanta in poi. Si moltiplicavano le maglie e i cataloghi, si arrivò alla numero 100 e oltre (inglesi, italiane, europee, sud americane), ma improvvisamente arrivò la crisi, alla fine del ‘70. Troppi i costi, troppa la plastica, troppa la fantasia degli impiegati e pochi i soldi da spendere dai potenziali acquirenti.

Così verso l’inizio degli anni ‘80 la Subbuteo sembrava finita, con il colpo di grazia degli “zombie”, inguardabili giocatori rigidi come stampelle, senza lineamenti e particolari, ma che introducevano una geniale idea … l’inserto “a baionetta” dei giocatori che fece risparmiare chilate di colla respirata da noi adolescenti e sicuramente non portatrice di salute viste le sigle e i simboli scritti sulle confezioni o di bruciature, e un peso un poco più leggero infatti si chiamavano lightweight. Il gioco cambiò molto, più tecnica e meno potenza nel tiro, più pareggi zero a zero ma panni più veloci, costi ridotti e una infinità di maglie anche di squadre appena costituite. I giocatori non erano più dipinti a mano ma prodotti con tecniche industriali con stampe dettagliatissime. Era il momento in cui dal gioco si passava al collezionismo, ma quei loschi figuri nati negli anni sessanta cominciavano a sperimentare altre “cose”, avvicinandosi agli anni ottanta e le nuove generazioni venivano colpite dallo tsunami videogames … la Playstation, il Nintendo, la Xbox, i Personal Computers aggredivano la fantasia dei ragazzi e i Subbuteo, i lego, i trenini elettrici, le piste Polystil cominciavano ad essere spostati nelle cantine e nei soppalchi. E’ la seconda grossa crisi del Subbuteo, passato di mano ad esperti del giocattolo (Hasbro, Parodi) ma che non riuscivano a risollevarlo.

Negli anni novanta il Subbuteo sparisce e i negozianti lo nascondono negli scantinati dei negozi, in attesa di giorni migliori perché non poteva finire così. 

Arriviamo così a circa dieci anni fa, inizia il ventunesimo secolo e c’è un nuovo tentativo, che ripesca l’idea degli anni sessanta, le basi sono le stesse ma i figurini sono in cartone con le immagini dei veri giocatori, gli accessori sono mediocri ma efficienti (il campo in stile tenda da campeggio aveva il suo perché) ne trovo uno al mercato romano di Porta Portese, lo pago 5 euro, scopro che manca un pezzo nell’infrastruttura (quindi praticamente inutilizzabile) e anche questo tentativo non ha successo, intanto però un fatto magico, generazionale sta scoppiando: il mercato globale creato da E-bay e altri siti di acquisti online rendono possibile la “cantina globale” e da tutta Europa, ma in particolare dall’Inghilterra, la Francia e l’Italia si moltiplicano le vendite di articoli Subbuteo, di tutte le ere geologiche … tra il 2004 e il 2006 entro in possesso dei giocatori anni ‘50 e ‘60, degli HW, zombie e LW, delle scatole complete preparate per i campionati del mondo del 1982, Messico 1986, Italia 1990, Usa 1994, Francia 1998, delle recinzioni con le società sponsor delle varie epoche (quasi sempre le stesse) di almeno dieci tipi di palloni diversi, di scatole in cartone verde, di polistirolo, con 16 giocatori, in plastica rigida e morbida, con i giocatori smontati. Una esperienza emozionante. (Fine seconda puntata)

Clicca e leggi la prima puntata di "Io, Totò ed il Subbuteo" https://www.extranapoli.it/extra-news/io-tot-ed-il-subbuteo

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