Sport e tv come è cambiato il racconto

Intervista a Nazareno Balani, regista Rai di lungo corso che ha attraversato la rivoluzione degli ultimi decenni
  • fonte millecanali.it

    Come sono cambiate la tecnica della ripresa nello sport, la regia, e il linguaggio delle immagini sportive in 40 anni?

    Abbiamo raccolto alcune "vissute" riflessioni di un regista sportivo tra i più noti in Italia, Nazareno Balani. "In realtà i formati che sembrano non cambiati hanno subito una trasformazione assoluta: il digitale ha abolito nastri e cassette, ha miniaturizzato apparecchiature, ha compresso le immagini in micro schedine, ha stravolto non solo la parte tecnica ma la parte visiva e operativa di questo settore. In passato la RAI deteneva i diritti degli incontri sportivi maggiori e nel calcio, quindi realizzava la diretta della partita con tre telecamere e le partitie minori con due. L'atletica non era parcellizzata, cioè non succedeva quello che succede ora che esistono regie separate per ogni sport, ma un'unica regia si prendeva cura di tutto e si perdeva, ovviamente, diversi momenti degli eventi. Nel ciclismo, all'inizio, le riprese venivano effettuate solo sugli ultimi 20-30 km; c'erano solo due moto in corsa e si cominciavano a vedere i primi collegamenti con gli elicotteri. Potremmo considerare che era un ripresa televisiva molto "personalizzata" nel senso che non c'erano delle linee guida da seguire, dei "capitolati di ferro" come oggi e ogni paese e ogni regista si gestivano tutto a modo proprio.

    Parcellizzare

    La nascita di un nuovo modo di gestire lo sport in tv può essere considerata una svolta e fatta risalire alla Coppa del Mondo di atletica, partendo da Tokio nel 1983 e poi a Roma nel 1987. Qui si è cominciato a parcellizzare gli eventi, ossia per una regia di atletica si portavano in loco 3 o 4 regie, una per le corse e le altre per le differenti discipline. Nel ciclismo la difficoltà era nel gestire le riprese in movimento, perchè lo sviluppo di queste riprese è stato più lento di quelle a terra. Nel calcio con la Champions League, che allora era la Coppa dei Campioni, e i primi primi Mondiali di Roma, si sono viste in campo 14 telecamere per la prima volta.

    Moltiplicare

    Lo sviluppo principale ha riguardato la moltiplicazione dei punti di vista sul campo. Questo ha cambiato il modo di concepire la regia nello sport che prima era una ripresa quasi "neutra" di quello che avveniva. Per esempio nella preparazione di Italia 90 la discussione era spesso provocatoria e qualcuno affermava che sarebbe bastata una sola telecamera per vedere tutto, come quando sei allo stadio che hai solo un punto di vista. E lo stesso nel tennis qualcuno affermava che sarebbe bastato posizionare una telecamera sul lato corto del campo. Tale dibattito ha invece portato, soprattutto con la nascita delle pay tv, a risultati del tutto opposti, e a mio giudizio anche eccessivi. Basta notare, oggi, che, per esempio nelle riprese della pallavolo nelle olimpiadi, sono state impiagate anche 20 telecamere. Però è giusto considerare che nei mondiali se analizziamo le riprese delle 14 telecamere ci si accorge che l'85% degli stacchi è stato realizzato cono sei telecamere e le altre risultano ridondanti.

    Esagerare

    Lo sviluppo tecnologico impone sempre più punti di vista che però risultano sempre più fine a se stessi e in molte occasioni ciò fa lievitare moltissimo i costi ma non altrettanto i risultati. Non a caso le olimpiadi ora come ora possono essere organizzare solo da paesi ricchi e solo in un momento di boom economico. Oggi il Brasile, vista la crisi non riuscirebbe più ad aggiudicarsi le olimpiadi. La Cina stessa in passato si era aggiudicata le Olimpiadi per dare al mondo manifestazione della propria potenza imperiale e per dimostrare al mondo che era una super potenza.

    Più uno

    Oggi la politica nelle riprese sportive è sempre quella del "più uno" anche se alla fine non si sa se serva o meno. E spesso si finisce con clichè già visti come per esempio nel calcio con le riprese della partita sempre dopo la metà campo, o in altri sport dove si è abusato nell'uso per esempio della SpiderCam. In pratica, penso sia giusto essere interessati allo sviluppoi tecnologico ma non fine a se stesso. La tv a pagamento spinge molto in questa direzione perchè deve dare sempre qualcosa in più e coprire il costo del biglietto". Avendo partecipato come personalizzatore alle ultime sei olimpiadi, mi sono divertito a fare il conto del numero di telecamere messe in campo -addirittura 300/350- e poi ad analizzare l'uso effettivo di queste telecamere. Ci siamo accorti che alcune non vengono nemmeno impiegate. Quando poi in passato si è parlato di alta definizione l'idea era quella che avrebbe aiutato a diminuire il numero delle telecamere proprio per la capacità potenziale di mostrare molti più dettagli, mentre in realtà è successo esattamente il contrario. In effetti nel tipico capitolato calcistico della Serie A, su 18 telecamere, la camera 1 e la 2 coprono inquadrature larghe e strette, rispettivamente, e assieme alla camera centrale in mezzo alle panchine coprono il 60% della partita. Il resto sono solo stacchi, i fuori gioco, e servono in registrazione.

    Razionalizziamo

    Il pubblico ormai è abituato a questa moltiplicazione dei punti di vista, anche se una delle poche occasioni in cui si sta un po' tornando indietro è nelle olimpiadi del Brasile, dove il numero totale delle telecamere si prevede vada a scendere e non a salire, come è sempre stato. Oggi è giusto interrogarsi se in una partita di pallanuoto tre carrelli, uno in acqua, uno a bordo vasca e uno in zona podio, siano indispensabili ... Oggi, con le fibre ottiche i segnali possono essere trasportati senza che sia imperativo realizzare una regia in loco; ed è una questione di costi che tendono a diventare più competitivi rispetto a produrre una diretta con regia dal luogo dell'evento. Ma bisogna valutare bene i costi di trasporto dei segnali. E poi é anche giusto riflettere su quanto i due occhi del telespettatore possano sopportare in termini di attenzione e spettacolarità. Non è un calo di attenzione che impone più spettacolarità ma forse la tv a pagamento a volte ha esagerato perché vive di un prodotto commerciale. Per esempio, una volta abbiamo contato i replay in una partita, addirittura fino a 85 in un tempo, così da moltiplicare per tre ogni fallo, e considerando i 30/35 falli a partita, si arriva a un numero sterminato di replay a danno della diretta. Un altro cambiamento si è visto nella sempre crescente attenzione verso la grafica, l'animazione di titoli in 3D e via, con SKY che ha imposto il modello della grafica americana. Inoltre, oggi è importante conoscere bene la tecnica di ogni sport piuttosto che l'affabulazione. Un esempio é il Giappone che ha codificato in modo rigido le riprese degli sport; per esempio le riprese del nuoto sincronizzato, dove impiegano un numero (20) di telecamere praticamente doppio rispetto quello del modello italiano. Il pubblico oggi è più attento alla tecnica del gioco mentre prima era ci si basava di più sul racconto, oggi tutto è molto più tecnico. Oggi, inoltre molte nazioni hanno sviluppato ottime capacità di riprendere le gare sportive, mentre in pasto il lavoro era un po' più elitario, concentrato nelle mai di soli tre o quattro paesi. I mezzi di ripresa sono aumentati anche se è errato pesare ch questo porti a una standardizzazoine della spettacolarità, infatti tre registi con i medesimi mezzi di ripresa produrranno sempre tre spettacoli molto differenti. L'invasività dei mezzi di ripresa, sempre più precisi e moderni, non cancella la creatività del regista che può "spaziare" ben oltre al capitolato. Lo sport rimane il genere di traino, il, banco di prova di mezzi e di linguaggio che poi arrivano all'intrattenimento, com succcesso per le radiocamere, i carrelli, i dolly, i droni è così via.

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