Dalla stele di Rosetta alla firma di Camilo Zuniga

Benitez stupisce tutti: niente rifinitura, si va tutti al British Museum. Lo stile Rafa conquista il mondo
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    di Boris Sollazzo

    Nils Liedholm portava Agostino Di Bartolomei a vedere le mostre che c'erano a Roma, e non solo. Lui, svedese ironico e colto, sapeva che la mens sana è persino più importante di un corpo in forma. Insegnava vita, Nils, non solo calcio. Per questo seppe regalare un miracolo a Roma, uno scudetto dominato e una Coppa Campioni svanita per un soffio. Rafa Benitez oggi, a Londra, doveva fare la rifinitura. Non solo una sgambata, attenzione. C'era l'interrogativo Higuain da risolvere, vederlo in azione gli avrebbe potuto dare un appiglio per schierarlo titolare.

    Rafa, però, neanche questa volta - non è la prima - farà la rifinitura. Era già successo prima di Milan-Napoli e lì il motivo era alleggerire carichi fisici e mentali di giocatori dopo l'impresa contro il Borussia Dortmund. Scommessa vinta e lo si era capito da quei sorrisi negli spogliatoi, dalle battute del mister e dalla faccia di Hamsik. Quella concentrazione "rilassata" ci disse immediatamente che sarebbe stata una grande partita. 
    Ma oggi si è superato, Benitez. Nessun 4-2-3-1, nessuna diagonale di Callejòn e Insigne, nessun inserimento di Marekiaro o scorribanda di Gonzalo potrà eguagliare la genialità di ciò che oggi ha deciso il condottiero di Madrid. Niente campo, basteranno i 90 minuti contro i baldi giovani diretti da Arsene Wenger. Oggi pomeriggio tutti al British Museum. Avete letto bene, nel centro della cultura mondiale, laddove potete trovare, come forse solo al Louvre, la testimonianza della grandezza dell'uomo. Per dire, immaginate Camilo Zuniga, che ha appena firmato il lauto quinquennale che fa rimaner di sasso Mazzarri e Conte (a proposito, che gusto! Alla faccia della Gazzetta dello Sport e Tuttosport, un altro schiaffo dopo aver dato Hamsik al Milan per un'estate intera), guardare la Stele di Rosetta. E comprendere che quel suo prezioso scarabocchio che ha vergato in calce a uno dei contratti più sofferti della storia del Napoli, nasce anche da lì, da quell'esempio, in geroglifici, della voglia di comunicare di noi bipedi. Che quando non ci facciamo la guerra, qualcosa di buono la tiriamo pure fuori.

    Chissà se dietro ai propri ragazzi c'era De Laurentiis: se c'era, doveva sorridere ancora di più che nel tweet in cui, finalmente, lega a sé il colombiano, che a Genova ci ha fatto anche da capitano (altra genialata di Rafa, allenatore intellettuale e psicologo, come già in un altro pezzo ci ha fatto notare il nostro extrablogger Domenico Zaccaria https://www.extranapoli.it/extra-news/mercato/benitez-e-mertens-quando-rafa-fa-anche-lo-psicologo) . Perché Antonio Conte e Chiellini ce li vedete, che so, al Museo Egizio di Torino. Vero è che i capelli del coach bianconero e il naso del difensore della nazionale qualcosa ce l'hanno dei faraoni imbalsamati e non, ma onestamente non riusciamo a immaginarceli lì. E Walter Mazzarri, a naso, se mai entrasse al Castello Sforzesco, lo farebbe per lamentarsi magari dell'orario di chiusura, battendo il dito sull'orologio chiederebbe il recupero.

    Scherzi a parte, per come intendiamo noi napoletani il calcio, la cultura e l'arte, questa è già la più bella vittoria. Potrà andare in qualsiasi modo all'Emirates, ma Rafa ha dato un'altra lezione di stile e di vita a tutto il mondo pallonaro. Lui i suoi ragazzi li vuole far crescere, lui sa che quel museo è un'occasione unica al mondo per quelli che considera uomini, prima che atleti. E che più di una corsa di riscaldamento o un ozioso tiro in porta può l'entusiasmo di scoprire qualcosa di meraviglioso, unico, potente. Qualcosa che ti entri dentro cuore e testa e ti stupisca, qualcosa che sappia anche darti quello slancio epico verso un'impresa. Che al British è storica o artistica e qualche chilometro più in là può essere sportiva.

    Lo stile Napoli c'è, c'è sempre stato e si vede, sempre. Lo stile Benitez è arrivato a dargli quel tocco speciale che tutti, tifosi partenopei o meno, ricorderanno. E questo, consentitemelo, vale quanto una coppa o un tricolore.

    Ovvio che stasera, però, ragazzi miei, non potrete dire d'esservi stancati troppo camminando per quelle immense stanze, dovrete dare comunque tutto quello che avete dentro.

    E domani, sveglia all'alba: Rafa farà un'interrogazione.

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