Give Sarri a chance
di Francesco Albanese
In attesa della fumata bianca qualche considerazione su Maurizio Sarri è già possibile farla. C’è chi in queste ore critica l’assenza di metodo che avrebbe condotto all’individuazione dell’ormai ex allenatore dell’Empoli come prossimo tecnico del Napoli. Difficile dar torto a costoro. In effetti per dirla alla Di Pietro: che c’azzecca Sarri con Emery o Mihajlovic? Va detto pure però che l’ossessiva ricerca di coerenza nelle scelte di una società di calcio rischia di farci deragliare. La storia di questo sport è disseminata di tanti matrimoni mancati che hanno poi fatto le fortune (o le sfortune) di club e calciatori. Altri ancora, pur apprezzando Sarri, dubitano che possa essere l’uomo giusto per guidare una Formula 1. Premesso che il Napoli non è al momento una monoposto schiacciasassi, un giudizio di questo tipo rischia di essere un pregiudizio e basta. "Give Sarri a chance" verrebbe da dire, in fondo la sua è una storia che parte da lontano e che è pure tinta d’azzurro come ha confessato in una bellissima intervista rilasciata a Gianni Mura dopo aver asfaltato il nostro Napoli in campionato. Con Sarri si sposa la cultura del lavoro dal basso, del sacrificio, della voglia di migliorarsi pur di centrare i propri obiettivi. Quel che è certo è che Sarri non dovrà essere (qualora arrivasse) un parafulmine. Guai a mettergli in mano una rosa modello Empoli. Occorrerà un mix di gioventù, esperienza e soprattutto talento. D'accordo gli operai, ma dateci pure qualche ingegnere. Da parte nostra che possiamo fare? Per esempio se evitassimo facili ironie o di darci di gomito di fronte alle scelte low cost di De Laurentiis già saremmo un bel pezzo avanti.
P.S.: la scelta dell'allenatore non è che un tassello di una complessiva riorganizzazione societaria. Benitez è andato via, ma quello che lui chiedeva continua ad essere necessario.