Extravascio, Napoli-Bologna vista da Don Ciro
di Manfredi "Freddy" Adams
Oggi provo a cavarmela con una doppietta. Infatti vi parlerò della partita di Milano e di quella infrasettimanale contro il Bologna. A Milano ce stevo pur’je. Trovandomi nei paraggi, sono stato subito prelevato dal Presidente del Napoli Club Bologna e dai fantastici soci che hanno riempito la mia esistenza di tifoso timido e ritornato in trasferta dopo 26 anni. Viaggio in pullman goliardico, ognuno ha raccontato le sue avventure in trasferta negli anni passati condite da cose irripetibili ed altre da premio Oscar, come per esempio, le bandiere sottratte ai tifosi viola al Franchi da parte di -Peter Pan- ed i suoi compagni di avventura.
Anche lo sbarco a Milano è stato festoso, il nostro mezzo è entrato tra ali di folla malata di azzurro e, non appena fermi, foto di rito con striscioni, bandiere e sciarpe con il vecchio San Siro alle spalle.
Purtroppo è andata come già sapete perché il Napoli ci ha messo del suo non riuscendo a reagire ai gol subìti, ma la macchia iniziale del fuorigioco di Icardi, dopo appena 4 minuti, ha girato la partita. Si vedeva però che il Napoli l’aveva preparata bene; il gioco, anche se visto da posizione impossibile (terzo anello e balaustre davanti) è sembrato fluido. Bastava contenere i nerazzurri quei dieci minuti per prendere confidenza, invece l’ennesima pecca arbitrale ha fatto in modo che l’Inter giocasse di rimessa aspettandoci. Tanto ormai stanno imparando le contromosse. Mettici pure che Gabbianello non è servito come il Pipita e si capisce come mai abbiamo creato meno delle altre volte.
La fatica si sente cari miei, se ad essere utilizzati sono sempre gli stessi, in un campionato accussì massacrante alla lunga rimanere sempre sul pezzo addeventa difficile. Poi da tifoso abituato al divano posso pure dire che devono essere macchine e reagire alle fatiche e a tutti i torti perché i campioni veri bla bla bla… ma mi rendo pure conto che sono guaglioni e se vedono le cose storte non una, ma diverse volte, possono pure mollare un poco pissicologicamente.
Pe’ ccarità sui torti arbitrali nun dicimmo cchiù niente ormai, sinò simmo piagnoni e comm’è quell’altra? Ah si, vittimismo. Certo… poi chi ci rivolge questi epiteti va in Europa a giocare le Coppe, riceve gli stessi trattamenti e se lamentano uguale se non peggio, pecché lloro s’ ‘o pponno permettere: ma faciteme ‘o piacere!!
Testa al Bologna, mò è questa la partita fondamentale della stagione. Una vittoria permetterebbe agli azzurri di mantenere la distanza di sicurezza prima dello scontro diretto alla prossima di campionato. Tutto pronto, pure la famosa pizza di scarole di muglierema: ogne muorzo mio adda essere ‘nu muorzo dei nostri azzurri alla palla! Voglio vedé i nostri azzurri cu’ ‘o sanghe all’uocchie pecché chesta s’adda vencere, è arrivato ‘o mumento ‘e dà tutto chello ca tenimmo!!
E dopo dieci minuti di partita ti accorgi di avere un sorriso stampato in faccia che è tutto ‘nu programma. Comme jucammo bbello! Comme ce stammo muovenno, che delizia ‘sti tocch’ ‘e palla di prima! E il temuto Bologna annanzi a nnuie addeventa un agnellino. Superato in ogni zona del campo, annichilito dai recuperi del guerriero Allan e dalle giocate del nostro Capitano, dalla rabbia di Gabbianello e dai guizzi del broccoletto di Brussèl. Che partita hanno visto i pochi e fortunati spettatori al San Paolo, compreso Pepiciello a porta. Tramente scrivo è già domani, ma ‘stu sorriso ‘a faccia ancora nun se ne vò ì! Me songo arrecreato ajere ssera e con la gioia di essere tifoso del Napoli e testimone di una grandissima stagione calcistica, me vulesse godè pure la partita contro la Roma. Chisà che succede, ma qualsì cosa avessa succedere mi arricordo che tifo Napoli ed è una cosa meravigliosa!
Comme fai a te scurdà, per esempio, che all’uscita da San Siro, benché sconfitti, abbiamo cantato dopo la partita, trattenuti nello stadio e pure quando simmo asciuti? La gente si faceva le croci, forse penzavano ca eramo pazzi? No, soltanto innamorati!
Un giorno all’improvviso m’innamorai di te? E allo stesso modo, all’improvviso, st’ammore m’adda lassà, sempe si nun m’ ‘o porto cu’mmico a’ chell’ata parte!