Extravascio: Don Ciro ci crede
di Manfredi "Freddy" Adams
Sono nato dopo la Guerra. Dopo la Monarchia. Dopo tante cose. Prima di tanti ho capito che ‘o core ‘e Napule è merce rara, ve putesse fa ciento esempi. Ed ho capito pure che il tifoso del Napoli o vuole lottare per lo scudetto e la coppa dei Campioni oppure, con la stessa velocità che lo ha entusiasmato per una serie di vittorie, chiagne e vuole retrocedere pecché sono tutti scarsi dopo due sconfitte.
<<Ma noi siamo così..!>> è ‘na vecchia storia che sento da 50 anni. Allora siamo sbagliati. Per la prima volta nella mia vita (e sono anziano) aggio avuto ‘o canzo e ‘o piacere di vedere un grande allenatore a Napoli. Ha fatto bbuono l’anno scorso. Avimmo vattuto squadre come Juve e Roma vincendo la Coppa Italia, proprio quella che il popolo gli chiedeva dopo aver perso terreno in campionato, pagando lo scotto di un nuovo modulo da imparare in fretta e lo scarico mentale dopo le fatiche di Coppa realizzando il record di 12 pt. nel girone di qualificazione. Adesso che siamo partiti maluccio, anche se abbiamo avuto tutte le opportunità per fare 20 gol nelle prime partite, siamo tutti da buttare. Il primo annanze a tutte quante è proprio Don Rafèle ‘ncoppa ‘a panchina. Nunn’è bastato essere “ciacione”, il suo avvicinarsi all’animo napoletano, il suo elogio della nostra città e delle sue bellezze, il suo credo tattico europeo che gli ha sempre dato garanzie. Per farlo anche a Napoli ha scelto una serie di giocatori che mai avremmo avuto il canzo ed il piacere di vedere con i nostri colori. Reina, Higuain, Callejon, Albiol non sarebbero mai venuti se non ci fosse stato isso: Don Rafèle. Mai ‘na chiagniuta sul mercato in stile Walteresco, mai una scusa accampata, unica ricetta conosciuta: Lavoro! Lavoro! Lavoro! (Beati a lloro, putesse dicere quaccheduno…)
A chi piace giocare al massacro, e a Napoli si nascondono ovunque, vorrebbero mandarlo a casa! Addò truvammo cchiù uno che ama così visceralmente la nostra città in un momento che denigrano Napoli manco se fosse l’Inferno in terra? Vero Mascherano, Gonalons e Kramer? Ci siete cascati anche voi nella condanna mediatica della nostra amata Napule. Mai visto fino a mmò uno così. Don Rafèle si è fatto amare subito e subito lo buttiamo nella munnezza. Per cosa? Per due, tre, dieci partite perze!? Questo potrebbe essere un vero capitale per noi, cari sparlatori a vanvera, sempreché il Presidente abbia la forza economica di comprargli buoni giocatori e per questo adda campà cient’anne! Sceicchi e Marajà non ne vedo all’orizzonte… Se va via Don Rafèle ‘ncoppa ‘a panchina, andranno via tutti, ‘o Napule si sgonfia. Poi ‘o Presidente ‘a tenarrà la forza economica di comprare mezza squadra? Sarà una rifondazione in piena regola, in stile neopromossa: quelli forti arriveranno, o ci metteremo altri sette-otto anni per vincere qualcosa? Io ‘a veco accussì. Il tifoso “vaco ‘e pressa” (quello del tutto e subito) ce la farà ad aspettare altri sette-otto anni per vincere qualche altra cosa? Oppure molla tutto perché sa che non potrà vincere a breve scadenza? Maradona a parte, e Iddio sape come è venuto a Napoli, la nostra storia calcistica è sempre stata come quella della città: difficoltà, angosce, stenti ed affanni. Essendo Napoletani, però, bastava battere qualche squadrone e lo sfizio ce lo toglievamo, prendendo quella vittoria inutile come spunto per esaltare, acclamare ed onorare i vari eroi dell’impresa. Adesso che abbiamo fatto per cinque anni consecutivi le Coppe Europee siamo diventati uno squadrone. O niro o janco. Non c’è scampo a Napoli. Tenimmo nu Presidente ca nun caccia ‘e sorde a vanvera, abituiamoci ai piccoli passi e nun facimmo ‘e chiagnazzari perché alternative serie non ne esistono.
A parte ‘sta sfugata, oggi nel Vascio era presente la solarità di Donna Carla Romaniello. Ha accettato l’invito, vista l’ora della partita contro il Sassuolo, ed è arrivata con un bel carico! Comme chi è Donna Carla?!? Dint’ ‘a settimana, se leggete la storia della partita precedente, ha fatto fermare i Quartieri con le sue opere culinarie mmiez’ ‘a via. Grande sfida Napoli-Palermo con Donna Rosalia. È venuta a vedere la partita con noi, l’avimmo invitata ed ha portato nientemeno la “genuvese” e “le mulignane a fungetiello al sale e pepe”! Tra il primo ed il secondo tempo pareva Pasquetta. Tutti soddisfatti (anche perché si stava vincendo). S’è regniuto ‘o cortile dove stavamo vedendo la partita: non c’era posto all’erta (all’impiedi) nemmeno per uno comme a Ciccillo ‘o sicco! Mangiando insieme tutti nel Vascio, abbiamo riso e condiviso. Ognuno con le sue facce, le sue storie, la sua vita. Piacevole assai, da ripetere. Troppa gente magna essa sola, nun parla cchiù, se chiude e non comunica. E questo caldo inizio autunno lo ha permesso.
E sapeste le perle di competenza di Donna Carla…una scoperta! Penzate che al momento del brinnisi, bicchieri in alto e facce sorridenti, ha voluto brindare alla partita delle 3 C (cazzimma, core e cugliune) perché il primo tempo è stato esattamente così. Avimmo levato mano da mangiare che il secondo tempo era già accumminciato da quinnece minuti. In campo la partita si era messa in un certo equilibrio; potevamo fare ancora gol, ma stavolta ci è venuta la paura di vincere. Sapete com’è?..
Non eravamo abituati ai tre punti, ecco, e mettici pure le feroci critiche ed illazioni di certa stampa e di alcuni tifosi troppo influenzabili a queste sirene scassate, Cassandre direi, forse ce simmo miso paura che nel finale (e stava succedendo) putévemo acchiappà nu gol! Meno male che la fortuna stavolta ci ha dato un piccolo aiuto, ma secondo me stammo ancora a credito, anche se oggi non abbiamo giocato al Top. ‘O probblema secondo me è negli uomini chiave del Napoli: Higuain, Hamsik e Albiol non stanno rendendo per il loro valore. Quando ritorneranno dal lungo rapimento degli alieni, la squadra prenderà fiducia e ritroveremo il gioco.
Zì Peppe, tutto soddisfatto per la Genuvese di Donna Carla, ha fatto i complimenti a Britos!! Un avvenimento anche questo, anche se è ancora presto per poter giudicare il campionato di Rafiluccio a porta, l’impiego di Britos, di Gargano e di altri nuovi come a Guzmann e D.Lopèz. Non saranno di certo top player ma sicuro che una mano la daranno se giocano sempre con il proposito di onorare la maglia che indossano. Oggi azzurra come il cielo di Napoli.