Il San Paolo, amico-nemico
Di Antonio Moschella
11 punti su 18. Questi i punti raccolti dal Napoli in casa, in quel San Paolo che storicamente è stato un fortino per gli azzurri, ma che quest’anno si profila come una nota dolente e preoccupante. La differenza principale tra la truppa di Benitez e la Juventus e la Roma risiede proprio nella produttività in casa: bianconeri e giallorossi hanno infatti vinto tutti gli scontri giocati davanti al proprio pubblico.
È chiaro che ogni squadra che viene al San Paolo tende ad arroccarsi e a ripartire in contropiede, ma non è sempre così. Il Cagliari non lo ha fatto e nemmeno la Roma. Allora la problematica principale è quella della mancanza di mentalità vincente. Il solito refrain che torna imperioso, insomma. Perché non si può dominare la Roma in lungo e largo e lasciarsi mettere i piedi in testa da Cagliari e Palermo, che comunque non hanno vinto, nonché farsi sconfiggere dal Chievo.
Ci sta di pareggiare a Bergamo o a Milano. O anche no. Dipende dalle opinioni di ognuno. Ma quello che non è ammissibile è dissipare troppi punti al San Paolo, soprattutto contro compagini non all’altezza. Va fatto un bagno d’umiltà. Non sussiste il palleggio sfrenato e obbligato davanti alla porta, così come non va tentato un tunnel in qualità di ultimo uomo.
Ad attaccare siamo dei fenomeni. Bisogna però che l’attacco sia sostenibile. Il Napoli di oggi a trazione anteriore ha bisogno di una equilibratura, non solo delle gomme ma dell’intero telaio.