Di Antonio Moschella
In molti diranno che quello di ieri era un test poco valido, soprattutto per lo scarso spessore del rivale. Eppure i tre punti di ieri rappresentano non solamente una vittoria che dà continuità alla squadra ma sono anche la giusta molla per lanciarsi direttamente verso un San Siro spiritato che verrà gli azzurri opporsi a un Milan che avrà avuto tutta la settimana per prepararsi a un altro scontro più o meno diretto, il traguardo della prima estenuante tappa della stagione.
Al di là dei tre punti che permettono di poter fare già alcuni calcoli e di poter dosare meglio le forze, il trionfo di Varsavia ha evidenziato una crescita della truppa azzurra, riscontrabile in varie componenti. In primis, a livello emotivo, nessuno sembra avere il muso lungo: Gabbiadini ha lottato da centravanti e gli è mancato solo il gol, David López ha fatto il suo anche in fase propositiva, mentre Chiriches, Gabriel e Maggio non si sono lasciati sorprendere per la mancanza di rodaggio.
La faccia sorridente di José María Callejón è una delle fotografie più belle della serata polacca. Lo spagnolo già sabato scorso aveva rincuorato tutti dimostrando alta dedizione alla causa azzurra, sia in campo che fuori, allontanando tutte le perplessità sulla sua professionalità e sul suo attaccamento alla maglia. Ma durante la madre di tutte le partite, è facile che le emozioni vengano fuori. Ieri invece lo spagnolo si è ripetuto, correndo su e giù sulla fascia destra con uno spirito guerriero unico capace di farlo ringhiare contro un Mertens egoista per poi lasciar spazio all’assistman che ha servito lo stesso belga per il gol del vantaggio.
Così come sorridente è stato un Valdifiori in crescita e un Maggio capitano dopo aver accettato il ‘downgrade’ in panchina, per non parlare di El Khaddouri, ormai a suo agio nel ruolo di vice Hamsik, se non addirittura anello di congiunzione unico tra centrocampo a tre e i due attaccanti quando Sarri intende passare al 4-3-1-2. Ecco, se bisogna trovare un merito al tecnico ex Empori è quello di star gestendo in maniera pacata un gruppo che l’anno scorso ha avuto delle frizioni interne. L’entrata di Higuain a molti sarà sembrata superflua, ma il tecnico evidentemente voleva ammazzare la partita, e così è stato: il superbo gol dell’argentino è la giusta carica di adrenalina positiva in vista dell’incontro di San Siro, dove Gonzalo due anni fa rubò la scena a Balotelli, grazie anche alla prodezza di Reina sul rigore dell’attaccante rossonero.
Infine, vincere nello stadio più ostico del girone di Europa League è da riscontrare come un segnale positivo che deve far ben sperare per il futuro a lungo termine. Le facce sorridenti di Varsavia lo hanno certificato. Ora però, tutti a San Siro. A testa alta.