Napoli-Milan, quella pazza rimonta firmata Denis

Da 0-2 a 2-2 nei minuti di recupero: inizia l’epopea di una squadra che non molla mai
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    di Domenico Zaccaria

    Quella partita significò tante cose: riaccese di passione una piazza depressa dalla gestione Donadoni, facendola innamorare del nuovo tecnico Mazzarri; diede il via a una serie di rimonte leggendarie di una squadra che, da lì, in avanti, non avrebbe mollato mai fino al 95esimo; e creò un legame indelebile fra i tifosi e un giocatore, German Denis, che fino a quel momento era ricordato sì per la sua grande generosità, ma soprattutto per i gol sbagliati. Avrebbe continuato a sbagliarne, il Tanque, per poi castigare puntualmente il Napoli una volta indossate le maglie di Udinese e Atalanta; ma una cosa non si è mai stancato di ripeterla: il boato del San Paolo al gol del 2-2 non lo scorderà mai. E non lo scorderemo mai nemmeno noi.

    E’ il 28 ottobre del 2009 e al San Paolo arriva il Milan di Leonardo. Uno squadrone che schiera Nesta, Thiago Silva, Pirlo, Seedorf e Ronaldinho, solo per citarne alcuni. Sulla panchina del Napoli siede Mazzarri, che appena arrivato sembra aver dato la scossa a una squadra timida e spaurita, ma quello con i rossoneri rappresenta il primo, vero banco di prova. L’inizio è da brividi: in 5 minuti il Milan va già sul 2-0 - gol di Inzaghi e di Pato – e fino al 45esimo non accade praticamente nient’altro. Ma nella ripresa entra in campo un altro Napoli. Quello alla porta del Milan è più di un assedio, è un bombardamento, ma Dida para tutto. Si arriva al 90esimo sullo 0-2, con 5 minuti di recupero ancora da giocare: le telecamere indugiano su De Laurentiis che, scuro in volto, si alza e sta per andare via. E invece sugli sviluppi di un calcio d’angolo di Datolo, Cigarini si inventa un gol pazzesco. Il San Paolo ruggisce, i ragazzi di Mazzarri hanno il sangue agli occhi: tutti credono in una rimonta che avrebbe dell’incredibile. E bastano solo due minuti a Maggio per mettere in mezzo un pallone che Denis gira in porta di testa. E’ l’apoteosi, il finale perfetto di una partita che sembrava stregata. E l’inizio di un sogno.
     

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