Le dieci meraviglie di Napoli-Juventus
di Boris Sollazzo
“Vittorie come questa devono diventare normali”. Ok, Rafa, ci hai provato. Lo apprezzo moltissimo, avresti anche ragione. Ma contro le zebre, il Ciuccio ha un conto aperto da anni. E vittorie come queste saranno sempre speciali per noi. E, sono sicuro, anche per te.
Quindi, Don Rafè, proviamo a rivedere insieme le dieci meraviglie di questo Napoli-Juventus
1. Lo schema del primo gol è da antologia. Higuain segnala a Orsato che Chiellini sanguina. L’arbitro costringe il bianconero a medicarsi a bordo campo. A quel punto Rafa lo marca a uomo, gli parla, lo distrae. La Juventus così rimane in dieci e Lorenzo la mette dentro per Callejón. Gol. Ma l’assist è di quel signore in panchina. Giorgione sta ancora protestando. I custodi dello stadio avevano finito il turno, Marotta lo andrà a riprendere domattina.
2. Henrique chiama le marcature, chiede palla, si sovrappone, mette Hamsik davanti a Buffon e solo un miracolo del portiere della nazionale non fa diventare un assist vincente quella magia del brasiliano. Se lui è un bidone, viva la spazzatura. A destra è un treno, ma se Rafa continua a dire che è un difensore centrale, il biondo dev’essere un incrocio tra Thiago Silva e Rudy Krol.
3. Callejón è così forte che riesce a far diventare fortunato, a Napoli, persino il numero 17 (gol). Poi pazienza se quando Insigne va ad abbracciarlo lo ignora come si fa con un ex fidanzata di cui non riesci a liberarti.
4. Dries Mertens è un eroe. Si fa un mazzo tanto per recuperare ed esserci contro i bianconeri. Entra e fa un gol pazzesco, fingendo che sia facile, anzi ovvio. Poi, con quell’infortunio che ha avuto, a una settimana dall’intervento assassino di Savic, va in scivolata su Chiellini. Che con la consueta sportività che lo contraddistingue gli stampa un violentissimo calcio in faccia. Lui non pensa a quanto può essere pericoloso un intervento su (o di) un avversario, lui pensa solo al Napoli. Qualcuno lo protegga, anche da se stesso: sarebbe capace di donare pure un rene per noi. E perdonatemi, ma io al mondiale tiferò Belgio.
5. Aurelio De Laurentiis, se hai fatto pagare i distinti 75 euro, al Pipita ne devi chiedere 300. I suoi dieci compagni giocano così bene che lui non serve e si gode la partita dal posto migliore. A un certo punto gli tocca andare in difesa per rendersi utile. Si era messo al fantacalcio e temeva un “senza voto”.
6. Reina-Pandev-Mertens. Riguardatevi il secondo gol, sembrava uno schema da pallanuoto. È ufficiale, Pepe ha le mani bioniche. È l’uomo da sei milioni di dollari: ecco, vediamo di spenderli in fretta, per tenercelo. Io, se serve, un paio di centinaia d’euro in banca ce l’ho.
7. Comunque Rafa a Zapata potevi pure farlo entrare. Che se mi faceva il suo famoso stop di schiena – pare l’abbia imparato da Del Grosso (questa è da intenditori, nda) – e poi segnava il terzo gol, uscivo pazzo. Oggi poi era la volta buona, gli astri avevano già permesso con uno strano allineamento di far segnare un eurogol a Donadel e di metterla dentro di testa a El Kaddouri. C’è chi giura che persino Hoffer, nel giardino di casa sua, abbia segnato una tripletta. In porta c’era il figlio. Di sei mesi.
8. Chi di fuorigioco millimetrico ferisce di fuorigioco millimetrico perisce. Ma poi arbitro e guardalinee si sentono così in colpa per non aver fischiato quell’offside in cui era chiaro che il mignolo della mano destra di Callejòn era oltre l’ultimo giocatore juventino, che fischiano sempre a lui una posizione regolarissima. D’altronde sono comprensibili errori di compensazione, come successe a noi allo Juventus Stadium: lì dopo aver convalidato il gol irregolare di Llorente, infatti, pensarono bene di pareggiare i conti non dando un rigore sacrosanto a Higuain.
9. Antonio Conte dovrebbe perdere di più. Quando lo fa, è delizioso. Accusa Benitez di aver “circuito” Chiellini – non vogliamo sapere come –, poi dà una dimostrazione di come a Torino sponda Juventus si abbia un senso tutto particolare delle cose. Della giustizia, dello sport, ma soprattutto della matematica. Non solo continuano a non saper contare gli scudetti, con quel riporto di due che non se ne va. Ma ora anche con i milioni di euro se la cavano malissimo: “Abbiamo speso 20 milioni di euro, loro 100”. Dunque, ne avete speso qualcuno di più, Antoniuccio bello (si fa per dire) e nel tuo primo anno da allenatore hai disperso un patrimonio di cartellini e stipendi (da Amauri a Krasic, passando per i giocatori mandati all’estero) che farebbero impallidire chiunque. Rafa ci ha recuperato Fernandez, Mesto, ha già reso grande il presunto bidone Henrique, ha fatto fare 4 gol a Zapata. E si è fatto vendere Cavani. Roba che se a te vendevano Vidal per fare 60 milioni di euro e rotti da reinvestire sul mercato (dimentichi, amico mio, che i partenopei hanno comprato per 87 milioni e venduto per 74) ti strappavi il topo che ti cammina sulla testa da anni. Daje Antò, facce ride.
10. La verità è che lo scudetto è nostro. La Roma è degli americani, la Fiat pure. Noi abbiamo un presidente, è vero, che vuo’ fa l’americano. Ma che poi ci regala un napoletanissimo tweet come quello su Ilaria D’Amico.
Con quello Aurelio ha segnato il terzo gol, nel secondo tempo supplementare. Già, perché il primo si era giocato in campo: il buon Orsato ha dato ben sei minuti di recupero. Pare che se la Juventus sta sotto 2-0 è il minimo che un arbitro italiano possa dare loro. E se ci fosse stato Cerqueti a fare la telecronaca sarebbe ancora al San Paolo ad aspettare i due gol della capolista. Con Chiellini.