Il pagellone di Lazio-Napoli
Reina 6.5; Maggio 6, Koulibaly 6, Albiol 7, Strinic 6; David Lopez 5.5, Jorginho 7, Hamsik 6.5; Callejòn 8, Higuain 6.5, Insigne 6.5. Mertens 6, Gabbiadini 6, Chalobah sv. Sarri 6.5. Irrati 10
E il Napoli ha imparato anche a non concedersi del tutto, a trattenersi un po’. Batte la Lazio con un 2-0 senza equivoci, ma non dà fino in fondo quello che potrebbe, limita la bellezza delle giocate e la ferocia degli assalti. Batte la Lazio con un 2-0 che non ammette equivoci e non consuma più benzina del necessario. Si affida a un Higuain spietato anche nello stile beffardo del primo gol, e a un Callejon superlativo, tornato a segnare – il suo 2-0 è una delizia, anche grazie al solito assist di Lorenzinho – ma già da tempo tra i più brillanti. Basta un primo tempo con quei due tocchi, e con Calleti decisivo anche nell’azione che manda in rete il Pipita. Poi è controllo assoluto, almeno fino al decimo della ripresa, quando gli azzurri si lasciano un po’ andare. Meno concentrazione, linea più bassa, meno ripartenze: Sarri giustamente si arrabbia. Lorenzo è tra i più attenti in fase di non possesso, si fa vedere assai meno quando c’è da ripartire: la presenza di Conte in tribuna non gli porta benissimo. Higuain si risparmia un po’ e fa bene, ad Hamsik non sfugge quasi nulla, David Lopez non può andare oltre se stesso e Jorginho conferma di essere l'impeccabile padrone di casa di questo Napoli. Lottano senza mollare un attimo Maggio e Strinic, Albiol da applausi. E poi c’è Kalidou, che inizia con una percussione alla Franco Baresi e scopre che in Italia c’è una tifoseria stupida, razzista e perdente come quella della Lazio. I primi ululati razzisti della sua storia napoletana vengono dall’OIlimpico biancoceleste, squallido e tristissimo. Da lì vengono anche le solite canzoni frustrate sul Vesuvio, e Irrati non fa finta di niente: sospende la gara per 4 minuti, fa dire allo speaker che se continua così manda tutti negli spogliatoi con 20 minuti di anticipo, fa insomma quello che dovrebbe fare un arbitro, sempre, di fronte ai conati di vomito dei tifosotti senza colore. Applausi a lui davvero, una lezione, non solo per il becerume laziale. Applausi anche ai tantissimi cuori azzurri disseminati non solo nel settore ospiti, riaperto grazie al Napoli club Bologna, ma anche in Monte Martio, presidiata dai tifosi del Napoli almeno per metà. Pratica Lazio sistemata, senza sprechi di forze. Che forse un pubblico come quello biancoceleste nemmeno avrebbe meritato. (Errico Novi)
Reina 7, Maggio 6 Koulibaly 6 Albiol 6,5 Strinic 5,5; David Lopez 5,5 Jorginho 6,5 Hamsik 6; Callejòn 7 Higuain 6,5 Insigne 6,5. Mertens 6 Gabbiadini 5,5. Sarri 6,5. Irrati 10
L'allenamento infrasettimanale a Roma lo portiamo a casa con il minimo sforzo. Higuain tocca quota 23 gol in 23 partite ed ogni aggettivo appare superfluo. I timori della vigilia di un Napoli senza alternative ai due squalificati si rivelano in parte fondati: Maggio, David Lopez e mettiamoci pure Strinic dimostrano di essere un gradino, magari due, sotto i titolari. Nel secondo tempo la squadra si è limitata a gestire, soffrendo a tratti una Lazio modesta. La palma del migliore in campo va all'arbitro che stronca sul nascere i cori beceri e razzisti dell'Olimpico. Sotto col Carpi ora, avversario da non prendere sotto gamba. (Francesco Albanese, Nello Del Gatto, Boris Sollazzo)