Napoli-Roma e un carteggio infuocato
Il carteggio fra un romanista e un napoletano
Lino Del scrive:
Caro (ancora) amico napoletano, non mi incanti: nella passione ci vuole coraggio...
13 febbraio 2014 alle ore 19.38
[Se ami, ama apertamente. 5/101 Storie Zen]
Amico mio, so che non ti sorprenderai se il mio spirito romano e romanista ha preso fuoco nel leggere il tuo articolo pubblicato su Extranapoli https://www.extranapoli.it/extra-news/coppe/caro-ex-amico-giallorosso-non-ti-degno-manco-della-vendetta e se quindi sento il bisogno di risponderti.
Cominciamo col dire che l'articolo stesso è una vendetta.
Lo è a dispetto del titolo, lo è per tua volontà, e lo è anche in modo sacrosanto. La tua meravigliosa retorica del tipo "potrei-dirti-queste -cose-ma-non-te-le dico-quindi-te-le-ho-dette-senza-dirtele" è un giochino comunicativo degno di un politico dei nostri tempi, cioè ipocrita; e da te, amico e persona che stimo, non lo accetto. Esprimi liberamente il tuo furore per il romanista che ti ha ferito e spara. Spara e colpisci che è il tuo momento.
Mi sentirei di discutere anche il metodo induttivo, per cui se il tuo ex amico si è comportato in quel modo, automaticamente tutti i romanisti sono così. Discuto non perchè ritengo falsi tutti i difetti che tu ci attribuisci, ma in quanto quei difetti hanno tali dosaggi individuali differenti, che ogni romanista ritiene che il proprio sia l'unico giusto cocktail del vero tifoso della Magica.
Magari visti da lontano sembriamo tutti uguali, ma ti assicuro che la prosopopea e la supponenza che ci contraddistingue concerne soprattutto l'ego e non il gruppo sociologico. Nel mio cocktail ad esempio, la dose di " tifocontro" è molto più alta verso altri potentati calcistici che non il Napoli, forse perchè da bambino ero abituato al gemellaggio allo stadio, o forse per la mia indole che mi spinge a prendere le parti dei deboli contro i prepotenti...
Devo constatare tuttavia con molto dispiacere che il tifo contro la Roma da parte dei Partenopei si è esacerbato parecchio negli ultimi anni, in un curioso processo che definirei di "lazializzazione", magari legato ai colori comuni con "quelli", come ha sottolineato in questi giorni anche il sig. Lotito. ?
Vengo alla sostanza.
Chi più chi meno, Noi tifosi della Roma siamo spudorati: alla faccia della scaramanzia spesso e volentieri parliamo e ci vantiamo prima! Tutto vero. Ma quella che tu liquidi in superficiale vanagloria, o arroganza, in realtà è proprio la filosofia che ci caratterizza e di cui andiamo fieri.
Noi abbiamo il coraggio di parlare prima e vantarci della nostra squadra a prescindere dal risultato amico mio!
Si chiama passione, e anche di fronte all'avversario più forte di tutti sarà sempre così!
Senza paura!
Andiamo incontro a figure di merda come quella di ieri?
...e allora?
Cosa cambia?
Non sarà né la prima né l'ultima volta...
Rispetto alla nostra passione non cambia nulla, se volevamo vincere a tutti i costi avremmo tifato Juve...
Se le cose vanno male il mattino dopo ci troverai comunque lì, a testa alta ad avere ancora fiducia nella prossima battaglia malgrado la sconfitta!
Noi parliamo prima e dopo, nella vittoria e nella sconfitta, e di certo non siamo politicamente corretti, ma stai pur certo che il lunedi con noi puoi ancora parlare di calcio e non di formula uno o equitazione come capita spesso quando le cosa vanno male ad ...altri!
Magari ci sembra troppo facile parlare solo quando si vince, quindi... mai schiavi del risultato!
Se vuoi saperlo fino a ieri sera alle 20.45 ero convinto che malgrado la forza del Napoli, malgrado il risultato dell'andata, in finale ci saremmo andati noi! Oggi sono deluso! Oggi tocca a te ad esultare per la tua squadra che ha vinto largamente e ti ha fatto felice!
Fallo apertamente, anche sottolineando la mia presunzione.
Fallo in modo viscerale come viscerale è giusto che sia l'amore.
Fallo con passione, e la passione non è mai politicamente corretta!
Per quel che mi riguarda: Chi tifa Roma non perde mai!
In grande amicizia
Lino
Dario Bevilacqua risponde:
Caro Lino,
Innanzi tutto ti ringrazio per l'articolo, per la passione, per i consigli e per le parole di stima.
Però ci sono delle cose, da puntualizzare.
La vicenda è naturalmente personale. Prima ancora che generale. Riguarda lui e le sue parole che trovo ancora adesso brutte, tristi e grette. Perchè inutilmente offensive e denigratorie. Del forte che se la prende col debole.
Ma riguarda anche alcuni tifosi, della Roma e di altre squadre, che sono sempre di più, nella Tifoseria romanista come in altre.
Però ci sono dei trend che si verificano spesso.
Come quello del "fatece largo che passamo noi" o "ci vediamo al circo massimo" dopo tre vittorie contro livorno, verona e bologna...
Poi i beceri sono ovunque. Questo è chiaro.
Però un conto è cantare "dovete morire", un conto è "giulietta è 'na zoccola".
Ma su questo tornerò.
La vendetta c'è, dici bene. Ma io la preferisco in queste modalità. Preferisco scrivere che non scriverò niente e invece scrivo tutto, piuttosto che scrivergli una mail con "tre pappine" o "v'avemo sfonnato". E preferisco farlo mostrando come ci si sente, vivendo a Roma e tifando un'altra squadra. E per una volta poter far vedere quanto è pesante, ogni tre per due, il "fatece largo che passamo noi".
E questo anche per una questione di indole personale perché, personalmente, preferisco limitarmi a un generico sfottò colorito e poi godermi le vittorie importanti. Come quella di ieri.
E anche perché la vendetta vera sarebbe scudetto per noi e serie B per voi. Che poi, di nuovo, ma chi se ne frega! Manco in quel caso scriverei neinte. Se il Napoli fosse a una partita dallo scudetto e la Roma ultima, col cazzo che penserei alla Roma in B.
Ma veniamo alla questione più scottante, quella generale.
Tutte le generalizzazioni sono fallaci in quanto tali. E contengono eccezioni: non tutte le donne sono incapaci alla guida, non tutti i neri sono superdotati, e non tutti meridionali sono scansafatiche. ;-)
Alcuni luoghi comuni, però, colgono nel segno.
Io credo che la generalizzazione più indovinata riguardi i tifosi tutti, che hanno molti punti in comune. Si assomigliano tutti abbastanza.
Specialmente nei difetti.
E i Mastandrea, i Bonolis, i Silvio Orlando o gli Abatantuono, tifosi ironici, per dire (e vorrei vedè, so' privilegiati...compreso Valerione tuo che stimo comunque), sono delle eccezioni.
Però ci sono anche delle differenze. Che non nascono dalla squadra in sè, ma sono figlie della storia di quella squadra (è normale che gli juventini "vincenti" siano diversi dai "perdenti" interisti, per dire) e della città. Della cultura di quella città.
E la cultura romana, mista alla storia della Roma (di cui parlo nell'articolo, mostrando empatia, peraltro), hanno fatto del tifoso romanista un tipo che quando vince (anche solo qualche partita) deborda, esagera e punta tutto sul noi/voi. Spesso in modo tracotante, qualche volta ironico, il più sbruffone.
E questo, a chi tifa altre squadre, tende a fare una certa antipatia...
Più dei laziali, ad esempio, mi perdonerai, che pure quando vincono se la prendono con Lotito ;-)
I laziali a noi non-romanisti fanno quasi tenerezza. Gli juventini festeggiano per mezza giornata. Ma i romanisti - molti di loro sia ben chiaro - festeggiano prima di aver vinto. E questo a volte dà fastidio, anche se è coraggioso e sprezzante della malasorte.
Forse è una cosa più recente che passata, figlia del "calcio moderno", ma ogni santa volta che parlo con un non-romanista che vive a Roma mi dice sempre la stessa cosa: "ah, non se ne può più di 'sti romanisti che fanno 'sto casino pe' mezzo gol".
Sì, sarà lo spregio verso la scaramanzia che mi sorprende (io sarei capace di non nominare la parola scudetto anche con 10 punti di vantaggio a 4 giornate dal termine), ma ultimamente la maggior parte di voi è diventata antipatica.
Anche perché non più in grado di accettare l'ironia avversa (si vedano i tweet di Johnny Palomba all'indirizzo di Boris Sollazzo per una sfiziosissima presa in giro), ma arrogantesi il diritto di usarla, a volte in modo pesante, nei confronti degli altri.
Pure io, come te, vorrei stare dalla parte degli ultimi calcistici, ma persino l'Inter mi suscita più simpatia, perchè autoironica, brancaleonesca, sfigata e mai arrogante.
Ma ormai da un po' (forse dal 2001?) la Roma mi fa questo effetto e se ci pensi una logica c'è: i vincenti sono antipatici per antonomasia, no? Tu dici bene che "chi tifa Roma vince comunque", quindi, in quanto vincente (morale) - sempre e comunque - finisci per risultare antipatico...
Non tu, amico Lino, ma molti dei tuoi "con-tifosi" sì.
Con affetto e stima,
Dario
Una postilla: questa cosa del "ci vantiamo prima ma se poi perdiamo ci trovi lo stesso a testa alta" pure viene continuamente smentita dai fatti. Quante volte l'ho sentito "no, ma a me il calcio non interessa", dopo una sconfitta. Non lo fanno tutti, ma la mia esperienza personale è negativa...
Arriva una nuova risposta:
Caro Dario,
sembra incredibile ma mi sorprende molto di più la tua risposta che l'articolo!!! Possibile che non si riesce a cogliere l'autoironia che c'è nel "vincemo tutto noi!!!" quando puntualmente veniamo smentiti dai fatti??? Ma come fate a prenderci così sul serio??? La fede è irrazionale per definizione, un po' come l'amore!!! Un coro tipico della curva sud allo stadio recita: "vinceremo il tricolor, e la coppa dei campion, e la coppa italia, e la coppa uefa!!!" Lo sento tutte le volte, tutti gli anni, e ogni volta mi strappa un sorriso; ma lo canto a squarciagola lo stesso!!! Chissene frega se non sarà così!!! ;-) Questo è lo spirito che cercavo di spiegare. A me sembra che alla fine siamo esattamante come tutti gli altri solo che ci esponiamo di più a figure di merda ma non ce ne frega un cazzo...
Ti racconto un episodio breve e scemo. Roma - Real Madrid - 11 settembre 2001 (immagina che giornata!!!) ore