Dieci motivi per cui non riusciamo a goderci la (ennesima) vittoria contro la Lazio

Vinciamo a Roma uno scontro diretto e si piange come dopo una sconfitta. Masochismo, contraddizioni e tafazzismo di una tifoseria senza memoria.
  • repubblica

    di Boris Sollazzo

    Higuain segna un gol da cineteca. Raul Albiol sembra il miglior Renica. Strinic azzecca l’esordio. Finisci di vedere la partita e speri di smaltire la tensione godendoti l’entusiasmo dei tuoi compagni d’avventura, dei tifosi che con te soffrono per questa squadra. E, sorpresa, scopri che la maggioranza jastemma neanche fosse Candreva mentre Rafael ringrazia un dio ultimamente piuttosto misericordioso con lui. Quasi avessimo perso, neanche fossimo il Milan di Inzaghi o l’Inter che con Mancini ha una media punti inferiore a quella di Mazzarri. Perché a noi piace così, c’è chi pur di veder andar via uno degli allenatori più vincenti della storia del Napoli esultò a un gol dello Sparta Praga.
    E allora vediamo i dieci motivi per andare in freva. Sappiate che sono tutti veri: letti su facebook, twitter o addirittura sentiti con le mie orecchie.

    1. Higuain dopo la partita è stato chiaro: sto bene a Napoli e ho un contratto. Questo è quello che ha detto. I tifosi si disperano lo stesso, pretendono che non faccia più i complimenti a Messi come durante il mondiale, che insulti tutte le altre squadre e dichiari amore eterno a noi azzurri. Neanche fosse nato a Castellammare di Stabia e si chiamasse Fabio.
      La Gazzetta dello Sport tradurrà le sue dicharazioni con un “mi tocca dire questo altrimenti a Capri non mi affittano più le barche, e adesso che non c’è Paolino sarebbe un problema. In verità andrei volentieri al Watford anche domani”. Il Corriere dello Sport, dopo aver scritto “Furia Lazio” per un rigore definito inesistente sia dalla Gazza che dal Messaggero (cioè il giornale che più odia Napoli dopo Tuttosport e il maggior quotidiano di Roma), metterà in virgolettato la ferma volontà del Pipita “di dare tutto fino alla fine dell’anno, per poi accasarsi alla Roma”. Dove in questo anno e mezzo, in effetti, avrebbe vinto parecchio di più che da noi. Tuttosport infine, contando sulle sue fonti sicure, ne svelerebbe il “pronto approdo – anzi ritorno, visto che era fatta pure 18 mesi fa - a Torino, insieme a Cavani, Falcao, Shaqiri, Podolski, Careca, Gigi Riva, Roger Milla e Teofilo Stevenson”. Che era pugile, ma chi se ne frega.
    2. Poi ci sono quelli che “Bigon non è capace”. Che si lamentano. Perché Strinic ieri sembrava Francini “ma non sa crossare”. Per inciso gli stessi elogiavano Cavanda che si è mangiato un gol clamoroso e rimpiangevano Radu, dodicesimo azzurro in campo. E che dire di Candreva, annichilito dall’angelo biondo Strinic? Vabbé.
    3. E niente, il panzone non ha capito nulla del campionato italiano. Poi ti annulla Candreva, non fa capire a Klose e Djordjevic neanche dove stanno, imbriglia tatticamente un Pioli che faceva soffrire il Napoli pure da giocatore, fa sembrare Gargano Nainngolan (che poi ultimamente Nainngolan pare il Gargano d’un tempo, ma è un’altra storia). E allora, dopo una vittoria sofferta, grintosa, senza gol presi e con i giocatori concentrati, ecco che gli antitutto si scatenano: “ci siamo fatti mettere sotto, non meritavamo”. Gli stessi identici che dopo 31 tiri in porta con il Chievo dicevano che Eugenio Corini, ora esonerato, era un genio e il nostro un cretino. Gli stessi che in tutte le partite in cui siamo stati raggiunti dicevano “non me ne faccio nulla della vittoria morale, della vittoria ai punti!”. Ora però vale. “Una vittoria da grande” provano a dire pochi illuminati. E loro “ma dove andiamo con questo gioco!”. Eh sì, perché loro sono abituati bene. Ricordate il tiki taka di Ottavio Bianchi? E le trame ariose di Bigon senior? Per non parlare del sacchiano Simoni, del guardioliano Lippi e di Walter “calcio totale, Johan Crujiff fammi una seha” Mazzarri.
    4. “Tanto al massimo terzi si arriva”. Al massimo. “E se si vincono altre due coppe, che ce ne facciamo? Già me lo immagino Aurelio esultare per un’altra coppa Italia”. Già. “Scudetto o Champions, il resto non conta”. Questa l’ho letta pure su un giornale, giuro. E infatti io m’ero distratto. Perché qui a Barcellona sotto un certo standard non si può mica andare. E dai. Come? Abbiamo vinto quanto la Lazio e meno della Roma? Accidenti. Vabbé ma loro si sentono Real Madrid dentro, su. E’ pure bello sognare. Io vorrei essere Rocco, per esempio. No, non Hunt. E neanche Nereo.
    5. “Il solito mercato ridicolo”. Bene. “Strinic è a parametro zero!” aggiungono scandalizzati. Fino a poche settimane fa piangevano lacrime di sangue perché Sabatini ti portava Cole gratis (che sulla sinistra vale un terzo del nostro croato, ora) e Emanuelson pure (Urby chi?). Ma ora scoprono che non spendere è volgare, è da pezzenti. Allora il pappone scuce 11 milioni di euro per Manolo Gabbiadini, senza aspettare l’ultimo giorno di mercato. Anzi lo compra persino prima che apra. Mentre altri fanno fatica a pagare la seconda metà di un loro centrocampista e altri ancora comprano mille trequartisti con dei comodi pagherò. Eccoli che mentre sono terzi e ancora in corso per tutto, loro che fanno? Contestano perché forse Suarez o Leiva andranno all’Inter. E ne vogliono almeno altri tre per non dare del pappone al presidente. Loro della partita a Roma hanno visto solo la prestazione insufficiente di David Lopez, ovviamente.
    6. “Ma Benitez che si scrive? E chi se ne frega che fa il signore, come se non gliene fregasse nulla”. Poi inizia una crociata contro la Juventus, a Cesena urla come un ossesso, contro i bianconeri pure, in Supercoppa pare Mourinho, sempre a parlare e poi freddissimo nel momento decisivo. E loro “ma che fa, parla per far dimenticare i nove punti in meno? Ma pensa che siamo scemi? Tanto lui se ne va, che gli frega. Deve coprire il presidente che non vuole caccia ‘e sord’”. Allora gli fai notare che se ha già deciso di andarsene, non avrebbe ragione di proteggere il datore di lavoro. Ma la razionalità del ragionamento non è un bene quotato alla borsa degli incontentabili. Che sono fighissimi, poi, perché hanno sempre ragione!
    7. “Higuain, ma che ti protesti! Basta, gioca!”. Quello ha fatto un gol pazzesco, altri due l’ha sfiorati, ma loro si dispiacciono che è maleducato. Dicono che fa troppo il gradasso. Poi magari si lamentano che la Juventus “accerchia gli arbitri e li condiziona”. Gonzalo a far pesare la sua personalità ci prova, con i compagni e il direttore di gara. Ma loro no, perché al momento giusto quei tifosotti diventano esperti di galateo sportivo. Magari cantano “devi morire!” però sia mai che il Pipita si incazzi. E ora non possono neanche dare la colpa a Insigne. “Che poi Gonzalo non fa gruppo, mandando a quel paese tutti gli altri”. E infatti alle cene di squadra paga lui e se segna mostra la maglia del compagno infortunato. Tanto se ne va, che gli frega.
    8. Che poi non c’entra niente con l’aver impallinato gli aquilotti, ma lo vogliamo dire che parliamo degli stessi che “Napul è deve essere l’inno”, che De Laurentiis “ci ha tolto la nostra identità e l’ha sostituita con cheerleaders e il remix truzzo del ritornello di ‘O surdato ‘nnamurato”. Che lo insultano nonostante dopo un anno sia tornato sui suoi passi e abbia eliminato entrambi (che poi quelle povere ragazze che v’hanno fatto? Non vedevate che sorrisi faceva loro Pepe Reina?).
      E poi hanno detto “quella canzone è moscia e porta sfortuna. Va bene Pino Daniele, però…”. Mica come il nostro Enrico Ariemma che sul tema ha scritto un pezzo da Pulitzer. E di certo non cambia idea per far contenti gli altri. Quelli  che ora si vantano di come il nostro stadio, cantandolo, abbia commosso l’Italia. E magari insultavano chi l’ha permesso, mentre in mezzo al campo teneva il microfono. No, così, mi era rimasta un po’ qui, perdonate la digressione.
    9. “Senza Higuain come faremo? Escluso lui la squadra è mediocre”. Guai a dirgli che la squadra del primo scudetto, senza Maradona, avrebbe fatto fatica a finire in Coppa Uefa. Ti azzannano, loro si tengono il santino di Ferlaino sul comodino, pure se gli hanno scritto vattene sull’edicola vicino al San Paolo.
      Ah, quando gli dici che la clausola di Gonzalo è  quasi 100 milioni di euro (confermato dal loquace fratello del bomber) e che fino a prima della Supercoppa lo chiamavano ciccione, si offendono fortissimo.
    10. Supercoppetta è stato già detto? E che la Roma perde tutte le partite importanti pure? E che la Lazio aveva quattro assenze gravi? (pure noi eh: Zuniga, Insigne, Ghoulam, Britos, tutti sulla stessa fascia, ma i nostri non contano si sa). Su, mangiatevelo ‘sto limone ragazzi. Che siamo una delle grandi d’Italia, nonostante voi. 

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