Lo sceicco a Napoli? Magari!

De Laurentiis ha dimostrato di non potersi spingere oltre la attuale, e più che onorevole, soglia. Ma se vogliamo vincere servono forze fresche
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    di Domenico Zaccaria

    Sceicco si, sceicco no, sceicco forse. Ecco, lo dico chiaramente: io sono per lo sceicco, ammesso che esista. E non perché penso che De Laurentiis abbia fatto il suo tempo a Napoli, né che sia un pappone. Meglio di Aurelio, sicuramente in Italia ma probabilmente anche in Europa, non ce n'è. E questo dovrebbero capirlo le vedove dei vari Corbelli, Naldi e Gallo. Ma l'impressione chiara è che il nostro presidente non si possa spingere oltre: compiere quell'ultimo step che ci consentirebbe di puntare allo scudetto metterebbe a rischio i conti e lui (comprensibilmente, per carità) non intende attingere alle risorse personali; non vuole, per capirci, fare la fine di Sensi, che per la sua amata Roma arrivò sull'orlo del lastrico. Vogliamo dargli addosso per questo? L'era dei presidenti-tifosi è finita da un pezzo, il resto sono chiacchere. Nel calcio di oggi, se una società non abituata a vincere vuole invertire la tendenza, ha bisogno di capitali freschi e di qualcuno disposto a investire somme ingenti; e se questo qualcuno ha gli occhi a mandorla piuttosto che un turbante in testa, ormai ai tifosi dovrebbe importare poco. Se davvero c'è qualcuno così facoltoso pronto a investire sul Napoli, ben venga! Che poi subentri a De Laurentiis o lo affianchi, francamente, a me poco importa. Da tifoso voglio una squadra attrezzata per vincere. Non per arrivare al massimo al terzo posto. E la maglia di lana con lo sponsor Mars, il vecchio San Paolo, Maradona, Careca e Alemao? Ecco, la mia passione per “il calcio di una volta” la sfogo guardandomi i vecchi filmati su Youtube durante la settimana. La domenica, però, vorrei vincere.

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