Di Sky, di Massimo Mauro, della Juventus, dei processi e di altri demoni
Il siparietto di domenica su Sky con Dries Mertens e il clima inquisitorio con cui è stato trattato Benitez dalla signora D'Amico & Co. sono stati la goccia che ha fatto traboccare il mio vaso. Concordo pienamente con Luca Telese che, ai microfoni della trasmissione "Tutti Convocati" su Radio24, sostiene che nei momenti di deficit - fisiologici per qualsiasi squadra - la Juventus sia stata aiutata dalla fortuna e dagli arbitri. Da fruitore di uno spettacolo, mi sento defraudato: sia chiaro, la Juve è la più forte, ma non così. Sono convinto che la Roma meritasse di giocarsi lo scudetto con un vero testa a testa.
Cornuto e mazziato no, non ci sto. Quindi.
In tre anni la Juve di Conte ha speso centomilioni di euro in più del Napoli (mila più, mila meno) ma, secondo il condottiero bianconero, i centomilioni di euro investiti quest'anno dalla S.S.C. Napoli avrebbero dovuto obbligare quest'ultima a vincere il campionato.
La Juve cede Matri e Giaccherini, quindi il bravissimo (e non sono ironico) allenatore leccese lamenta un presunto indebolimento della sua squadra, mentre la S.S.C. Napoli, a parer suo, con l'acquisto di Higuaín è diventata una super potenza che deve vincere il campionato. In tre anni la società partenopea si è privata di Lavezzi e Cavani. Quest'anno la suddetta compagine, oltre a dover sostituire allenatore e, va da sé, impianto di gioco, ha dovuto anche sopperire alla partenza di un giocatore da 104 reti in tre stagioni, certo, nulla di paragonabile rispetto alla partenza da Vinovo del Super Bomber (insostituibile) trasferitosi al Milan e poi alla Fiorentina (trasferimenti indicativi del valore assoluto di un calciatore che ci farà vincere i mondiali). Allo stesso modo, sono evidenti i clamorosi errori sotto porta dell'inutile Pocho che lo rendono piccolo piccolo di fronte alle scorribande del buon Giack, che sta facendo la differenza e sta letteralmente spaccando a metà il campionato Inglese. La Juve si è indebolita, soprattutto rispetto al mercato milionario del Napoli. È così, hanno ragione loro. Facciamocene una ragione.
A proposito di mercato milionario. Il Napoli in tre anni ha ceduto Lavezzi (30 milioni) e Cavani (64 milioni) - ed ecco, magicamente, i quasi cento milioni reinvestiti sul mercato (per sostituire un bomber da 104 reti) - sostituendo solo quest'anno effettivamente entrambi i giocatori. La Juve, in poco più di tre anni, ha speso 50 milioni per l'accoppiata Diego - Melo e 40 milioni per Asamoah - Isla (stranamente, sempre mila più, mila meno, gli stessi 90 milioni che il Napoli ha però incassato a fronte di cessioni illustri), per far giocare un solo giocatore (benché molto bene) e svendere i primi due. Ma non fa nulla, anche Massimo Mauro dice che il Napoli abbia deluso.
L'Arsenal e la Juve sono in concorrenza per assicurarsi le prestazioni di Gonzalo Higuaín, un fuoriclasse argentino di proprietà del Real Madrid. Botto di mercato. Il Napoli compra Gonzalo Higuaín per 37 milioni + 3 di bonus (avanzando altri 50 milioni dalle suddette cessioni dei due pipparoli, per comprare il resto dei nuovi innesti o quasi). Contrordine. Higuaín non è più un fuori classe. Il Napoli ha strapagato un panchinaro del Real Madrid. E poi il Napoli ha comprato, rimpinguando le casse delle Merengues, altri due panchinari del Real Madrid. Però il Napoli con tutti questi panchinari strapagati deve vincere il campionato. SkyAct: e il mal di testa torna in un momento.
Benitez dopo le partite con la Juve (a mio avviso sbagliando) parla della differenza di fatturati tra le due società, sottolineando come nel calcio di oggi siano soprattutto i fatturati ad incidere e condizionare alla lunga le stagioni. No, scemo lui. Infatti arriva Conte che ritorna sui centomilioni investiti sul mercato dal Napoli (Antò, abbiamo perso Cavani, vediamo se ti vendono Pogba...). Quindi il Napoli è più forte. Qualcuno spieghi a Conte che quei centomilioni sono frutto di cessioni. Qualcuno faccia riascoltare a Conte la sua dichiarazione di appena un anno prima dopo lo sconfitta con il Bayern: "Hanno vinto loro perché hanno un fatturato più alto del nostro". Improvvisamente tutto questo non conta più. A(ntonio)C(onte)util Fosforo.
Durante il pre-partita di Lione - Juventus, quarto di finale di Europa League, in un palcoscenico europeo, tra migliaia di argomenti e suggestioni, il ds bianconero Marotta, a distanza di quattro giorni, torna sulla partita di campionato della domenica precedente contro il Napoli, tacciando i napoletani di provincialismo per come hanno esultato (ancora non ho capito a cosa si riferisse l'uomo che viene dalla metropoli Varese). La sua squadra si sta per giocare un quarto di finale di Europa League, lui parla della partita di campionato di quattro giorni prima e noi saremmo i provinciali? Coadiuvato da una grafica di Sky, a fine partita, anche Conte può tornare sull'argomento. Ma noi siamo provinciali. Anche i media sono d'accordo e supportano il ds e il coach bianconero in tal senso. Il lunedì successivo, a più di una settimana dalla partita, dopo la vittoria con il Livorno, Conte ritorna ancora a parlare di Napoli, con il binomio meno venti punti in campionato cento milioni investiti sul mercato (Antò, hai presente i gessi che ci davano a scuola? Ecco, non sono commestibili). Niente, noi siamo i provinciali. Tutto fantastico. Peccato che è da Juve - Catania del 10 marzo 2013 che, allo Juventus Stadium, stanno cercando gli occhiali di Marotta volati via a seguito dell'esultanza pacata ed internazionale con la dirigenza tutta, per un uno a zero firmato Giaccherini (e sì che ce lo diceva, il buon Antonio, che quello lì fa la differenza).
A proposito di Lione - Juventus: stranamente quella domanda inconsueta sull'esultanza del San Paolo di quattro giorni prima, viene fatta a Marotta da ben due emittenti private che, in teoria, dovrebbero essere indipendenti l'una dall'altra. Ma vuoi vedere che...no, no. Anche in questo caso hanno ragione loro. Infatti, dopo varie discussioni con amici juventini, è venuto fuori che è in atto un complotto mediatico contro la loro squadra a mezzo stampa e a mezzo televisione. La stampa viene accusata di sottolineare e scrivere solo degli errori a favore della Juve, creando un clima di odio (ah, scemo io che pensavo fossero striscioni tipo "Lavali col fuoco" o "quando volo penso al toro" a creare odio), mentre la tv viene accusata di oscurare le immagini a sfavore della Juve, cosicché i loro tifosi non possono portarle ad esempio durante le suddette discussioni. Ce li vedo quelli di Sky, con Ilaria D'Amico a presentare e John Elkann membro attivo della società che gestisce Sky in Italia, a operare e manipolare immagini e informazioni contro la Juventus.
A tutto questo panorama lineare e inconfutabile, si aggiungono le disavventure giudiziarie della vecchia dirigenza bianconera. Nonostante ciò, hanno ragione ancora loro. La società tutta (seguita da tifosi che mi offendono personalmente) si appresta a sventolare in faccia a mezza Italia questi fantomatici 32 scudetti, non capendo nemmeno che quelli che non sono stati revocati in sede sportiva, non sono stati revocati per una prescrizione del reato e non per un'assenza del reato stesso (confermato appunto dalla giurisdizione penale). Cioè, dovrebbero forse averne ancora meno, ma si fanno beffe della giurisdizione penale e anche di quella sportiva auto insignendosi Re d'Italia come dei Napoleone in preda a delle crisi isteriche e a delle visioni paranoiche.
Mi rimarranno impresse nella mente due frasi di questa stagione; la prima è quella del loro allenatore: "Della Juve di Capello si ricordano solo gli scudetti revocati" e la seconda è quella di un mio carissimo amico bianconero, dopo Chievo - Juventus di quest'anno: "Mi vergogno di come abbiamo vinto".
Se solo Freud fosse ancora vivo.