La playnapolist di Juventus-Napoli

Dai Clash allo struggente amore di Fabrizio De Andrè, la partita rivissuta in musica.
  • di Raffaele Calvanese

    Il tifoso lo devi cercare nelle serate come queste, non nei caroselli dopo le vittorie.

    “un colpo di testa” così si chiude la nostra ennesima trasferta triste allo Juventus Stadium. Meritavamo di più, più che dalla classifica dalla nostra compagine. Dalla maturità degli uomini più che dei calciatori. Dalla maturità anche di alcuni tifosi, di alcuni giornalisti. Molte voci fuori coro in maniera interessata, molti assolutisti “rivoluzionari”. Ormai hanno mollato quasi tutti, si aspetta l’ennesima mossa che spariglia le carte per ricominciare da capo per l’ennesima volta. Ma più che nelle rivoluzioni, sa Rafa ci lascia qualcosa di prezioso, è quello di credere nel lavoro serio e senza interruzioni, a tutti i livelli, cominciano dal campo fino ad arrivare ai livelli più alti della società, piena di lacune in punti chiave.

     

     

    Respect - Aretha Franklin

     

    Ci sono cose nel calcio che possono essere lette in vari modi, i numeri ad esempio. Benitez ne snocciola sempre una marea, e spesso sono a suo favore. I suoi detrattori invece trovano il modo di girarglieli contro. Una cosa che pochi possono fraintendere invece è il rispetto per la maglia e per i tifosi. Quello che i supporter sinceri di una squadra chiedono. Juve Napoli era una partita in cui il risultato era chiaramente fondamentale, ma prima del risultato viene una un valore assoluto che prescinde la classifica: la maglia sudata. I calciatori partenopei a lunghi tratti sono sembrati più appagati, o più stanchi di quelli bianconeri, questo anche per il tifoso più sfegatato è inammissibile.

    I fought the law - The Clash  

    C’è una giustizia in questo mondo, ma non abita qui. Non abita nel calcio italiano, non abita a Torino. C’è una tifoseria che ama insultare, lanciare bombe carta. Non è differente dalle altre tifoserie d’Italia, intendiamoci, se non per l’impunità. La Lega Calcio Italiana, al centro di tanti scandali, da quelli per omofobia della lega Pro, a quello per le scommesse. Ci sono personaggi come Lotito che ricattano e vengono ricattati. C’è la Juventus, alla quale era stata squalificata una curva, squalifica prorogata sine die, non si sa perché. C’è una tifoseria che dal 5’ minuto insulta i tifosi del Napoli, assenti per volere della lega, anche quelli con la tessera del tifoso. La stessa tifoseria poi si autocelebra ricordando i morti dell’Heysel. C’è di sicuro una giustizia, ma non abita in Italia. Non abita qui nemmeno una coerenza, è palese. Noi umili appassionati di calcio lo guardiamo sempre da più lontano, relegati in un ghetto chiamato passione, contro la ragione, appunto. Questa passione ormai alimentata solo da una narrazione di gesta passate, perché quelle odierne sono sempre meno gloriose, da ogni punto di vista.

    Contro la ragione - Verdena 

    “mi segnerò un gol, bene non prende…”

    perché arrabbiarsi ancora, perché difendere ancora la squadra anche ora, anche contro ogni ragionevole ottimismo? Quando Lotito fa spostare il derby della sua Lazio e De Laurentiis ormai sempre più subalterno in Lega non riesce a far lo stesso con il suo Napoli? E’ tutto contro la ragione, è il tifo e la passione per la maglia azzurra, anche quando vedi i calciatori correre meno degli avversari già scudettati, anche quando ogni azione sembra un epitaffio per questo piccolo ciclo napoletano fatto di rafaeliti e disfattisti. 

    Noi Fuori - Ministri 

    Noi fuori, un po’ da tutto. Fuori di testa, per come Britos ha concluso la sua partita a Torino (alcuni sperano anche la sua esperienza al Napoli), fuori dalla Champions League ormai con quasi assoluta certezza. Fuori da un ciclo inaugurato con Benitez due anni fa, fuori da un progetto di calcio che non comprende solo il calcio. Non c’è più, al momento un progetto, non c’è un allenatore, non c’è una squadra (intesa come corpo compatto e coeso). L’aria da “rompete le righe” è arrivata troppo presto, troppe voci, troppe delusioni, troppe occasioni perse. Un anno buttato via prima ancora che cominciasse. Siamo la profezia che si auto-adempie, come nelle migliori sceneggiate napoletane. Avevamo provato a essere la Napoli del lungomare, abbiamo finito per essere la Napoli dello strascino e delle vrenzole.

    Amore che vieni, amore che vai - Fabrizio de André

    Il tifo è una costante, i risultati purtroppo no, almeno per noi tifosi del Napoli, almeno quest’anno. Abbiamo subito molti stop, alcuni veramente bruschi, veramente duri da ammortizzare. Questa è una di quelle sere in cui l’amore va, lontano dalla squadra, lontano da Napoli, l’amore stasera è altrove, tanti tifosi lo seguono in un ondivago rapporto spesso troppo occasionale, superficiale. L’amore tornerà, come sempre, perché la nostra storia è fatta di sacrifici più che di trionfi. Rimboccarsi le maniche, voltare pagina, senza necessariamente sempre credere nel valore benefico delle “rivoluzioni”. Credere piuttosto nel valore del lavoro serio e continuo, se qualcosa di buono ci lascerà Rafa io credo sia in questo “credo” che possa ritrovarsi il suo insegnamento, al netto dei trofei.

    Forza Napoli Sempre

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