L’incredibile parabola di Astori: da 15 milioni a 4

Il crollo del prezzo centrale del Cagliari evidenzia un problema: quando il Napoli irrompe sul mercato le società sparano cifre folli
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    di Domenico Zaccaria

    Dai 15 milioni richiesti al Napoli la scorsa estate ai 4-5 che basteranno quest’anno alla Lazio per chiudere l’affare. Cosa è successo in soli 12 mesi al centrale del Cagliari Davide Astori? Cammina su una gamba sola? No, è sano come un pesce. E’ reduce da una stagione disastrosa? Nemmeno, ha giocato sempre titolare contribuendo alla salvezza della sua squadra. E neanche il fatto che l’anno prossima vada in scadenza di contratto può giustificare un tale crollo nella sua quotazione. L’impressione è un’altra: che quando c’è di mezzo il Napoli, ai presidenti di mezza Europa (e di tutta Italia) vengono gli occhi a dollaro come zio paperone. In questi anni in cui le società, pur di far quadrare i bilanci, si sono inventati le formule di trasferimento più surreali - in ogni caso improntate al “tu dammi il giocatore gratis, così non gli paghi lo stipendio, e poi si vede” -  gli azzurri rappresentano un’eccezione: conti in ordine, cash disponibile, possibilità teorica di chiudere grandi affari in poche ore. Possibilità teorica, appunto: il paradosso è che tale ricchezza rischia di trasformarsi in un limite. Perché le società che dovrebbero trattare con De Laurentiis sparano sempre altissimo e il presidente, dopo aver strapagato per anni giocatori di livello medio o addirittura scarso (Rinaudo, Datolo, Mannini e Britos, solo per fare qualche nome) ora mette mano al portafoglio con maggiore attenzione; appoggiato, in questo, da Benitez, che da bravo manager all’inglese non ritiene opportuno chiedere alla società grandi esborsi economici per giocatori che non sono superiori a quelli attualmente in rosa. Fu proprio il tecnico spagnolo, la scorsa estate, a chiudere al porta all’arrivo di Astori: 15 milioni per un difensore che non aveva mai giocato un minuto nemmeno in Europa League gli sembravano davvero troppi. Oggi, a un anno di distanza, la quotazione che il Cagliari dà al suo giocatore dimostra che Rafa aveva ragione. Ma evidenzia, purtroppo, un altro elemento che complica il mercato del Napoli: quando vedono De Laurentiis, i presidenti si sfregano le mani.

     

     

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