Stadio San Paolo: le ragioni di un braccio di ferro

Che cosa c'è dietro lo scontro tra De Laurentiis e il sindaco De Magistris
  • di Gianmario Mariniello

    Al netto delle simpatie politiche, la querelle De Magistris vs De Laurentiis è l'ennesimo atto di un film già visto. Qui non si tratta di vedere le ragioni di un altro e utilizzarle in base al proprio tifo, ma di guardare in faccia alla realtà. A parte le elezioni prossime, che interessano entrambi (DeMa per sfruttare il sentimento anti-ADL, Aurelio per strappare condizioni più favorevoli dal nuovo sindaco) e meno i milioni di tifosi sparsi in giro per il mondo, c'é un grande tema che riguarda le risorse e le strutture. Mi sfuggono - sarà che sono emigrante - le valenti, numerose e super-utilizzate strutture sportive della Città. A dimostrazione che la gestione comunale - a prescindere dal sindaco di turno, non siate partigiani - ha i limiti mostrati ieri dal video sul tifoso del Legia Varsavia entrato indisturbato al San Paolo. E mi sfugge anche la fila di imprenditori davanti palazzo San Giacomo che vogliono investire decine di milioni di euro a Napoli. Spero di sbagliarmi. Poi ci sono i fatti: il Comune di Napoli è in pre-dissesto, i rapporti tra Comune e Governo non esistono, pessimi anche quello con il neo-Presidente della Campania. Tradotto: il Comune non ha un euro e nessuno gli regalerà manco una lira. Quindi immaginare un intervento pubblico per lo stadio è come un manifesto elettorale: dura il tempo di una giornata. Di più: il San Paolo costa al Comune non pochi soldi. Per dire: se lo regalasse, ci risparmierebbe non pochi soldi. Provocazione, sia chiaro. Ma anche un fatto. Così come è un fatto che altrove hanno "regalato" terreni (Juventus Stadium), soldi (Filadelfia: sì a Torino l'anno prossimo gli stadi nuovi salgono a due. Tre con l'Olimpico. E mi sa che stavolta almeno non sia colpa di Cavour), procedure urbanistiche dubbie (Stadio della Roma), etc. Insomma, le solite cose all'italiana. Logico che dunque De Laurentiis non voglia passare per lo scemo del villaggio. Anche perché - altro fatto - oltre alla concessione 99ennale, senza un intervento urbanistico importante, non può creare un centro commerciale a Fuorigrotta. E i metri cubi commerciali (di più quelli residenziali, ove possibile) sono il vero business, non certo i 40.000 abbonati. Chiaramente ADL sfrutta le difficili condizioni del Comune per strappare un buon prezzo, come qualsiasi compratore a conoscenza delle difficoltà economiche del venditore. Ma tu che leggi, pagheresti bene un terreno se non sai cosa puoi costruirci, se puoi farci una casettina, una bifamiliare o anche una galleria commerciale? No. Bravo. Dire che 20 milioni per 99 anni é poco é un fatto. Ma parziale: i 20 milioni sono il budget di partenza. La gestione dello stadio costa - e non poco - ogni anno. Se poi si potranno fare negozi e ristoranti, il buon ADL dovrà investire altri milioni (con grande piacere). Voglio tacere sul fatto che altrove le società (vedasi Arsenal) hanno realizzato parchi residenziali di lusso accanto allo stadio nuovo. Napoli non é Londra e poi é impossibile da farsi al San Paolo, a meno di non voler trasformare la vicina Mostra d'Oltremare. Ma questo é un altro discorso, che richiederebbe un business plan sociale, culturale, ideale. Insomma, lasciamo perdere. Ci accontentiamo di uno stadio decente: averlo ridotto a un cesso offende tutte le persone di buon senso.

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