Juve e Roma si rinforzano mentre il Napoli resta al palo
di Domenico Zaccaria
Allora, ricapitoliamo. La Juventus che lo scorso anno ci ha staccato di 24 punti in classifica ha preso Morata, Evra e Pereyra e, nonostante le voci insistenti, ancora non ha venduto nessuno; ha inserito in rosa due probabili nuovi titolari e una riserva di assoluto valore. La Roma, che di punti ce ne ha dati “solo” 8 (ma non dimentichiamo che i giallorossi persero le ultime 3 partite della stagione dopo aver abbandonato il sogno scudetto) ha acquistato Iturbe, Cole, Astori (quasi ufficiale), Keita e Ucan: due titolari e tre rincalzi di prim’ordine; e nessuno dei “big” ha lasciato Trigoria. Il Napoli che, classifica alla mano, era fra le tre quella più bisognosa di rinforzi (va bene gli infortuni, Hamsik spento eccetera eccetera, ma lo scorso anno Juve e Roma hanno dimostrato di essere più forti degli azzurri, il resto sono chiacchiere) ha preso Koulibaly e Michu: due riserve, peraltro al primo impatto con il campionato italiano; e ha perso il suo portiere titolare, Pepe Reina. Siamo al 24 luglio, il Mondiale è finito da due settimane, il ritiro a Dimaro è partito da un bel po’ e manca meno di un mese al preliminare di Champions. Al momento Juventus e Roma si sono rinforzate e il Napoli è, nella migliore delle ipotesi (santo Rafael aiutaci tu), allo stesso livello dello scorso anno. Questa è, al momento, l’istantanea della situazione. Far finta di nulla in nome di un ottimismo cieco e incondizionato non è costruttivo, almeno quanto criticare sempre e comunque l’operato della società. Ma il motivo per il quale le trattative del Napoli si trasformino quasi sempre in una lunga, estenuante telenovela, è e resterà un mistero: a Roma i rumors e le indiscrezioni di mercato sono forti e numerose come sotto al Vesuvio, eppure Sabatini riesce a chiudere in 24 ore per Cole e in una notte per Astori; in Napoli segue per mesi i vari Mascherano, Gonalons, Kramer, Leiva e Garcia con il risultato che al momento, in mezzo al campo, ci sono gli stessi dello scorso anno. Il mercato è lungo e bla, bla, bla, ma se tra i tifosi azzurri inizia a serpeggiare un po’ di preoccupazione un motivo c’è. E quando parlo di tifosi non penso a chi espone allo stadio lo striscione “meglio la serie C che un presidente così”. Ma a tutti quelli che, pur eternamente grati a De Laurentiis, l’anno prossimo vorrebbero giocarsela. Per lo scudetto, non per un’altra Coppa Italia.