E se Sarri fosse il nostro nuovo Petisso?
di Solo Azzurro
Un nuovo inizio. Ci voleva questo, dopo 2 anni di illusioni, di parole, di occasioni mancate, di conferenze stampa, di silenzi, di fischi ingenerosi e applausi immeritati, di tifosi radical chic nati non più tardi della vittoria della coppa Italia con Mazzarri e già così raffinati da non poter sopportare l'abbandono di Don Rafe'. Un signore, uno che parlava delle bellezze di Napoli, che visitava il cristo velato, che parlava di progetto e business plan. Un signore che ora sta a Madrid, che piange (comprensibilmente) per l'occasione di una vita, tanto inattesa quanto desiderata. Un nuovo inizio si diceva, anche per Don Rafe'. Ci siamo tutti innamorati di lui, del suo profilo alto, del suo essere pacione ma furbo, attento e bravo nel pesare le parole. Ci siamo innamorati di lui perché credevamo che uno come lui si fosse innamorato davvero di noi. E invece non era così. E quando si viene lasciati da una donna così contesa e famosa, o la si rimpiange per sempre, magari vantandone le virtù godute o incomprese ai più, oppure, seppur delusi, si reagisce. Certo non sarebbe male ripartire con una donna altrettanto affascinante (mi rendo conto che pensare in tal senso a Benitez sia quantomeno difficoltoso, ma proviamoci). E via Kloop, Emery, Bielsa e compagnia cantando. E invece arriva Sarri. Ed in fondo è meglio così e di ridimensionamento non ci vedo nulla (perché poi sarà il mercato e, dopo, il campo a parlare in tal senso). E anche se pareva naturale sentire il bisogno di un eroe di cui innamorarsi a prima vista, al quale magari accodarci per nutrire illusioni e speranze, forse è meglio trovare un antieroe che si sia innamorato di noi, per cui Napoli possa essere un punto di arrivo e non di partenza. Ieri vedevo un intervista del compianto Petisso. Quella in cui disse che la salvezza con il Napoli lo aveva emozionato più dello scudetto con la Fiorentina. Ecco questo è quello di cui abbiamo bisogno, di un signore nei fatti e non solo nelle parole, di un "uomo d'amore" come diceva de Crescenzo. E che sia un nuovo inizio, al di là del risultato, magari soffrendo come sempre, magari in pochi, ma tutti uomini d'amore, azzurro s'intende.