E se la rosa del Napoli si scoprisse improvvisamente corta?
di Domenico Zaccaria
E’ brutto risvegliarsi dopo la batosta londinese e scoprire che la coperta - nonostante un mercato estivo sfavillante – è più corta di quanto tutti immaginassimo. Senza colpevolizzare nessuno, è giusto analizzare se e dove la rosa del Napoli mostra carenze rispetto agli impegni che è chiamata ad affrontare. Anche perché il mese di gennaio è lontano e la storia insegna che il mercato di riparazione rappresenta una buona occasione per puntellare, e non per rivoluzionare, l’impianto di una squadra. Dopo un inizio sfavillante, sono bastati due infortuni, peraltro non gravi (Maggio e Higuain) per mettere a nudo i limiti di una rosa che fatica a sostenere un impegno ogni tre giorni; e che sembra qualitativamente e quantitativamente adeguata solo tra i pali e nella nutrita batteria di rifinitori. Analizziamola.
Portieri
Reina alterna grandi prestazioni (Borussia e Milan) a qualche errore (Chievo e Sassuolo), ma sembra un portiere sostanzialmente affidabile. Rispetto a De Sanctis è meno reattivo tra i pali, ma molto più sicuro nelle uscite alte e con i piedi. Alle sue spalle, peraltro, c’è il brasiliano Rafael, non un semplice dodicesimo: i tempi di Rosati sembrano definitivamente alle spalle.
Difensori
L’infortunio di Maggio ha aperto una crepa a destra. Mesto sarà anche “fortissimo”, come dice Benitez, eppure giocare quattro gare consecutive con l’ex Reggina e Genoa è la spia di qualcosa che non va. La soluzione sarebbe spostare Zuniga su quella fascia (peraltro nel suo ruolo naturale) e schierare Armero a sinistra, ma l’impressione è che il tecnico spagnolo, abituato spesso a coprirsi in quella zona del campo con un centrale difensivo mascherato da terzino, si fidi poco di un giocatore molto più propenso a spingere che a difendere. Ma anche al centro i problemi non mancano. Albiol è insostituibile ma è reduce da un paio di stagioni in cui ha giocato molto poco, per cui sembra soffrire il ritmo di una partita ogni tre giorni; Britos continua a mostrare grandi potenzialità (fisiche) e gravi lacune (tecniche), mentre Cannavaro sembra sicuro accanto all’ex Real Madrid e molto meno insieme a un altro centrale. Quanto a Fernandez, che dire? Non potendo giocare nel Napoli con la maglietta dell’Argentina, la soluzione sembra solo una: l’addio a gennaio. Siamo sicuri che Astori, a lungo inseguito e poi scaricato perché non ritenuto superiore agli altri centrali in rosa, non avrebbe fatto comodo?
Centrocampisti
Behrami, Inler, Dzemaili e Radosevic: quattro per due posti. Tre, in realtà, perché il talentino croato è ancora troppo acerbo. Anche in questo caso, per un intera estate si erano fatti i nomi di Mascherano, Gonalons, Verratti e Sissoko, ma alla fine si è deciso di confermare in blocco i centrocampisti che già erano in rosa. “Albiol può giocare anche a centrocampo”, aveva spiegato Benitez: oggi, a distanza di due mesi, togliere il campione del Mondo dal centro di una difesa così traballante pare una bestemmia. E allo stesso tempo manca il sostituto di Behrami, unico incontrista di una squadra che non può prescindere dalla sua capacità di recuperare in fretta il pallone.
Rifinitori
Insigne, Hamsik, Callejon, Pandev e Mertens: cinque per tre posti. In questa zona del campo il Napoli sembra coperto. Soprattutto se si considera che l’ex Psv ha avuto ancora poche occasioni per mettersi in mostra e che Goran ha dimostrato di poter fare (e bene) anche il vice Hamsik.
Attaccanti
Dopo l’acquisto di Higuain, il lungo inseguimento a Jackson Martinez aveva fatto storcere il naso a molti: perché spendere più di 30 milioni per comprare un’altra punta? La gara con l’Arsenal ha dato la risposta: senza l’argentino, l’attacco del Napoli latita. Nel ruolo di prima punta, Pandev è adattato mentre Zapata deve ancora fare molta strada. E allora, senza arrivare al bomber del Porto, quanto avrebbe fatto comodo un Matri, o persino un Gilardino? Pipita, ti prego, torna presto.