Luis Enrique e quella risposta dipinta d'azzurro

  • Di Antonio Moschella

    Di solito siamo noi giornalisti a fare le domande. Poi, quando le fanno a noi, abbiamo meno tempo e la risposta non può che essere di getto. È stato così tra me e Luis Enrique Martínez, tecnico del Barcellona, squadra che seguo costantemente e in modo imparziale. Ieri, però, mentre la sua squadra era impegnata con il Villareal, in corso c’era anche il derby di Roma, una sfida che egli ha vissuto per un anno e della quale porta con sé un vivo ricordo.

    ‘Tifoso’ della Roma, il buon Lucho ha chiesto prima a un collega italiano il risultato del derby e, dopo aver saputo della vittoria giallorossa, gli ha chiesto se fosse o meno contento, ottenendo un semplice ‘non sono della Roma’. Solitamente parco di sorrisi, l’allenatore blaugrana ha rivolto poi la stessa domanda a me, sperando forse che io rispondessi come il mio collega, o che rivelassi una fede giallorossa.

    Ma aveva sbagliato palazzo, di almeno 200 km. Perché al suo “sei contento per la vittoria della Roma?” non sono riuscito a nascondere la mia fede tutta azzurra. Nel momento in cui da intervistatore sono diventato intervistato, gli ho risposto in maniera secca “no, io sono del Napoli”, oscurando leggermente l’illuminazione del suo viso. In quel nanosecondo hgo accaparrato, egoisticamente, la scena. Ma in realtà non avevo alcuna pretesa di essere il protagonista e il mio intervento era volto a ottenere un paragone tra Ronaldinho e Neymar, l’eroe di giornata.

    L’improvvisazione come una scintilla. Non ho esitato un solo secondo, e ne sono contento. La fede non si tradisce mai, anche sul lavoro. Per chi volesse, il video qui sotto testimonia il tutto, a partire dal minuto 5:45.

    FNS

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