Se segna, il Napoli non perde
di Antonio Moschella
Il Napoli è una squadra d’attacco. È risaputo. Benitez propone un calcio propositivo e offensivo, che punta a fare un gol in più dell’avversario. Il dato che corrobora questa mentalità è quello delle reti in attivo degli azzurri. Andiamo a ricordare, competizione per competizione, la relazione tra gol fatti e subiti dagli azzurri.
Champions League
Le quattro vittorie, di cui 3 al San Paolo e una al Velodrome, sono arrivate tutte grazie a 2 o più reti segnate. In totale il Napoli ha messo a segno 10 gol, per una medi di 1,666 reti a partite, mentre ne ha subiti 9. L’unica partita a reti inviolate è stata il 2 a 0 sull’Arsenal.
Coppa Italia
Esclusa la partita d’andata con la Roma, finita 3 a 2 per i giallorossi, il Napoli ha vinto i precedenti scontri secchi al San Paolo contro l’Atalanta per 3 a 1 e contro la Lazio per 1 a 0. La vittoria di ieri per 3 a 0 porta a 9 la somme dei gol totali, con una media di 2,25 a partita, mentre le reti incassate sono in tutto 3.
Campionato
È nella competizione più lunga e logorante che il dato dei gol all’attivo si erge prepotente e manifesto. Il Napoli ha vinto 14 partite, pareggiate 5 e perse 4. Queste ultime sono tutte frutto di incontri nei quali gli uomini di Benitez non hanno centrato il bersaglio e si tratta della sconfitta in casa col Parma e delle debacle di Roma, Torino e Bergamo. Le cinque partite dove gli azzurri non sono riusciti ad avere ragione degli avversari, ma senza soccombere, sono tre 1 a 1 (contro Sassuolo, Cagliari e Chievo), il 2 a 2 di Bologna e il pirotecnico 3 a 3 in casa con l’Udinese.
Il dato più chiaro, però, è il seguente: su 47 reti messe a segno in totale dal Napoli 39 sono arrivate nelle quattordici vittorie. Di queste, nessuna è arrivata con il punteggio minimo dell’1 a 0, sette sono arrivate dopo aver segnato 6 gol, 3 dopo averne messo a segno 3 e addirittura quattro dopo aver rifilato un poker agli avversari. Questi numeri sono degli indicatori esaustivi e chiari riguardo la politica di gioco di Benitez, che fa del gol una prerogativa della sua truppa.
Al di là dei dati statistici che non sono una scienza esatta né una legge divina al di sopra di tutte le cose, è evidente che gli azzurri dipendono tantissimo dalla forma dei quattro lì davanti o, in generale, dell’effettività sotto parte della trazione anteriore del bolide partenopeo, che oggi può contare anche su un terzino propositivo come Ghoulam e su un centrocampista tecnico e bravo ad inserirsi come Jorginho, che ieri ha dato mostra delle sue capacità in fase d’attacco.
E allora, che la macchina da gol non smetta di girare. Fluida e leggera. Perché il Napoli di Benitez non è minimalista. E non punta al gol, ma ai gol. Tassativamente al plurale.