Caro Lorenzo, è questo l’anno giusto per esplodere

La fiducia di Benitez e un modulo che lo esalta: Insigne deve fare l’ultimo salto di qualità, anche perché alle sue spalle c’è Mertens che scalpita…
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    di Domenico Zaccaria

    Vogliamo tutti bene a Lorenzo Insigne. Sarà per quella faccia da scugnizzo, o perché abbiamo seguito con attenzione la sua crescita prima a Foggia e poi a Pescara; o ancora per la sua tecnica di base sopraffina, oppure perché di rifinitori sul metro e sessanta noi ne sappiamo qualcosa. Ma dopo la prima (e comunque positiva) stagione di rodaggio con la maglia azzurra, ora è lecito attendersi da lui il definitivo salto di qualità. E questo per almeno tre ragioni. La prima è che lo scorso anno Mazzarri gli ha consentito di calarsi al meglio nella nuova realtà, dandogli spazio ma senza caricarlo di eccessive responsabilità; la seconda è che il modulo del Napoli ora esalta davvero le sue caratteristiche, molto più del 3-5-2 del tecnico di Livorno; la terza è che quest’anno ha trovato un mister capace di dargli grandissima fiducia, al punto da tenere in panchina un costoso acquisto estivo (da lui fortemente voluto) pur di farlo giocare. Già, nelle prime uscite Dries Mertens – arrivato per ben 10 milioni di euro dal Psv e indicato a Bigon proprio da Benitez – è rimasto quasi sempre in panchina per fare spazio a Insigne; e la magia del talentino napoletano contro il Borussia Dortmund sembrava aver definito chiaramente le gerarchie. Ma ora le cose sono cambiate. Dopo otto giornate di campionato, Lorenzo ha ancora uno “zero” alla voce gol fatti: un dato deludente, visto il minutaggio del quale ha goduto; e più in generale, Insigne sembra incidere sempre meno di quanto potrebbe, come tanti ottimi giocatori che solo raramente riescono ad essere decisivi. L’altra novità è che il timido Dries Mertens delle prime giornate è solo un pallido ricordo: le ultime prestazioni del talentino belga contro Livorno e Marsiglia sono state di grandissimo livello, e hanno persino alimentato qualche rimpianto per la sua esclusione nella gara contro la Roma. Certo, sostenere ora che le gerarchie si siano ribaltate sarebbe quanto meno azzardato, anche perché Insigne raramente ha offerto prestazioni non all’altezza; però l’impressione è che Mertens stia iniziando a meritare una maglia da titolare almeno quanto lui. E allora la “pressione” di un giocatore in grande spolvero potrebbe essere la quarta ragione per la quale ci aspettiamo da Insigne l’ultimo salto di qualità: la concorrenza, se gestita bene dall’allenatore – e da questo punto di vista Benitez sembra un vero maestro – può far crescere un giocatore quanto se non più della fiducia dell’ambiente. E la nostra fiducia in Insigne non conosce confini.

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