Le pagelle di Fiorentina-Napoli 0-0

Il Napoli nella stessa partita dimostra di esserci con testa, cuore e impegno ma allo stesso tempo che avere il killer instinct in una serie A già decisa dall'inizio è ancora più difficile per un gruppo che non l'ha mai avuto. E, forse, ormai scarico
  • di Boris Sollazzo

    Meret 6,5: il grande portiere lo vedi in partite come queste, quando deve salvare la porta una sola volta in 98 minuti. Lo vedi da come comanda una difesa che sconta l'infortunio di Albiol e un Rui subito fuori e da quell'unico miracolo, fondamentale, su Veretout. 
    To be Number One.

    Hjsay 7: all'inizio soffre e sbaglia posizione e corsa su Chiesa, sembra il solito. Poi ci mette testa, palle e pure piedi: mette dentro due buoni cross, presidia una fascia non facile in sicurezza e si permette anche una grande verticalizzazione per Insigne. Cresce tanto nel secondo tempo ed è un delitto non vincere in uno di quei match miracolosi in cui persino Elseid sembra un giocatore di serie A.
    Oggi ci è mancato il 23. Ma non il giocatore.

    Maksimovic 7: nella partita in cui temevamo di vederci confermato il timore che nonno Raul sia insostituibile, fa la sua miglior partita da centrale da quando è a Napoli. Poetico nella chiusura su Chiesa e tre volte decisivo nella nostra area, non sbaglia praticamente nulla.
    Speriamo abbia altre partite così in Serbo.

    Koulibaly 6: inizia male, svogliato, sembra vedere i fantasmi dell'ultimo campionato in cui l'espulsione al Franchi spense le speranze che lui stesso ci aveva regalato allo Stadium. Poi torna lui, senza strafare, ma dovendo giocare praticamente in due ruoli per annullare Chiesa.
    Il K2 non si scala. 

    Mario Rui sv: che sfiga.

    Callejon 6,5: in copertura si fa un mazzo tanto anche se come spesso accade lo fa senza che quasi te ne accorgi. Davanti allarga il campo e crea spazi e si prende mezzo voto in meno solo perché negli ultimi minuti prima impedisce a Zielinski di tirare dal limite (ma tanto il polacco l'avrebbe inutilmente piazzata) e poi forse ritarda l'assist a Milik, mettendogli una palla un filo troppo profonda. 
    Dalla Spagna con furore. Troppo.

    Ruiz 5,5: fa rimpiangere Hamsik. Inizia bene, poi i viola capiscono di dovergli togliere spazio e lui entra in crisi, con quel tempo di gioco in più che da mezz'ala è un pregio e da regista moderno è un limite. Sbaglia molto, spesso costringe Allan a costruire e Zielinski a fare interdizione e lo ricordiamo solo per il bel tiro da 25 metri che poteva riscattarlo con un eurogol. La sua incertezza si vede anche in quelle mani ballerine in copertura. Aspettiamolo, questo ruolo è il più difficile da imparare.
    Fabian Lopez.

    Allan 7: finalmente è tornato. Oggi pomeriggio abbiamo rivisto i piedi a tenaglia dell'azzannatore di palloni, la rabbia feroce di chi non ci sta a perdere e neanche a pareggiare, il leader cazzuto che scuote i compagni, come quando salva la porta con una scivolata. Parigi è alle spalle, per ora. Adesso serve anche per far sbocciare il Ruiz regista.
    Livin' la vida Loqueiro. 

    Zielinski 6,5: gioca un grande primo tempo, si prende tante responsabilità e fa anche due interventi difensivi alla Allan. Nel secondo tempo lo ricordiamo per il terzo rigore in movimento in trasferta in cui la piazza per far fare bella figura all'avversario invece di sparare la bomba alla Tonelli che tutti gli urlavamo di tirare. In quel tiro c'è tutto Piotr: i suoi piedi da ballerino, i suoi limiti caratteriali.
    Bello e ti fotte.

    Insigne 6: sembra tornato lui, ma pesa quel tap-in mancato sul tiro di Zielinski all'alba della partita, così come alla fine del primo tempo quella girata strozzata dal limite. Mancano i gol suoi e di Dries, più nella qualità, nei momenti decisivi, che nella quantità. Nel secondo tempo si spegne e in area subisce fallo e non cade, facendolo lui.
    Lorenzo il munifico. Con gli avversari.

    Mertens 5: sbaglia due gol fatti: azzecca il movimento ma in area piccola, solo, ci arriva molle, cercando un piatto di scuola quando bastava uno stinco, una punta, un rasoterra facile, una ruzzica, un Lafont pippa come al solito. Partecipa pochissimo alla costruzione del gioco ed è un delitto, visto che nella prima delle tante occasioni da rete partenopee a innescare Zielu è un suo cross tanto bello quanto geniale. Sono due gironi che non è il bomber che Sarri ci aveva mostrato.
    La Cina è vicina?

    Ghoulam 6: un paio di volte tira fuori il Faouzi che conosciamo, poi va al piccolo trotto e ti chiedi se sia fuori forma, se il doppio infortunio ci abbia restituito un Mario Rui timido o uno Zuniga sano. 
    Rivogliamo Al Gerino, il boss della fascia.

    Milik 6: riesce a metterti il dubbio che doveva partire titolare e allo stesso tempo che era meglio non giocasse. Gioca di più di Mertens per la squadra, prova e quasi finalizza un assist intelligentissimo per Lorenzo e al 93' arriva scarico su una scivolata alla Maggio che poteva darci la vittoria. Meno bomber del solito.
    Ci attacchiamo Arka...diusz.

    Verdi 5: i primi due palloni li tocca bene, sembra in palla. Poi sbaglia tutto e fa partire un contropiede sanguinoso di Muriel, perde altri due palloni importanti, è insopportabilmente sciatto per uno che dovrebbe avere il sangue agli occhi e cercare di mettere in crisi il mister. Irritante.
    SV, come senza voto e senza verve.

    Carlo Ancelotti 6: non sbaglia formazione, non sbaglia accorgimenti tattici, non sbaglia neanche la preparazione "morale" alla partita in una settimana difficile per lo spogliatoio che ha perso il proprio capitano e in un anno in cui in serie A è difficile trovare motivazioni. Eppure.
    Eppure pur avendo un solo punto in meno rispetto al primo Sarri (l'unico vero paragone sensato col passato), pur avendo zittito le cassandre incompetenti che lo davano quinto, tenendosi il secondo posto con l'Inter lontana 9 punti e distacchi a due cifre su Roma, Milan e Lazio, manca qualcosa. Su tutte, il killer instinct che un top coach come lui doveva portare in dote. Colpa di un gruppo storico che non l'ha mai avuto o di un allenatore più preoccupato di costruire il futuro per fare attenzione al presente? Quattro trasferte tra Milano e Firenze e zero gol fatti sono un campanello d'allarme.
    Una grande squadra avrebbe un Zielinski che alla terza occasionissima sfonda la porta perché l'allenatore le prime due volte che l'ha appoggiata l'avrebbe cazziato come se non ci fosse un domani e negli ultimi 10 minuti in cui Pezzella e Muriel zoppicano, avrebbe accelerato con una sete di vittoria insana.
    San Carlo facci la grazia. Insegnaci a dare il colpo di grazia.

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