Young Boys-Napoli: la dimensione europea, questa sconosciuta
di Domenico Zaccaria
La dimensione europea. Avevamo puntato su Benitez per poterci sedere a testa alta al tavolo delle grandi del Continente, o almeno questo ci avevano raccontato. E invece siamo qui a leccarci le ferite dopo l'ennesima figuraccia in campo internazionale, dopo l'ennesimo maxi turnover fallimentare, dopo l'ennesima sconfitta contro una squadra mediocre, che in Italia forse non militerebbe nemmeno in Serie A. Tra la prestazione del Napoli di Mazzarri a Dnipro e quella degli azzurri ieri a Berna, qual è la differenza? Né furono migliori la trasferta di Swansea o quella di Oporto, per non parlare della doppia sfida di questa estate al Bilbao. "Ma l'anno scorso abbiamo fatto una grandissima Champions”, obietterà qualcuno. Vero, ma una grande Champions l’aveva giocata anche il Napoli di Mazzarri, con la differenza che era riuscita a passare il turno. La dimensione europea che speravamo riuscisse a darci Benitez è quella che permette di gestire al meglio il doppio impegno settimanale, senza dover necessariamente scegliere tra una competizione e l’altra; è quella che ti porta a un turnover ragionato e ragionevole, non a presentare in Europa League una squadra con otto undicesimi che non hanno mai giocato insieme; è quella che ti fa scegliere serenamente se è meglio lasciare Higuain a Napoli o farlo venire in Svizzera per giocare, senza imporgli una trasferta per lasciarlo 85 minuti a morire di freddo in panchina. E’, insomma, quella che al Napoli manca. Ed è questo il principale fallimento di Benitez.