I segreti del Marsiglia

Quella di Baup è una squadra in ricostruzione che ha nel ritmo la sua principale arma
  • GOOGLE

    di Fabrizio Massantini

    Chiamarlo derby no, per favore. Anche se per molti Marsiglia è la Napoli di Francia. Forse perché colorata e caotica, città di mare, bella e contraddittoria allo stesso tempo. Il rumore di fondo del San Paolo e del "Velodrome" di Marsiglia: assordante. L'entusiasmo della piazza nei confronti della squadra: travolgente. Stop con le analogie.

    L'Olympique Marseille (per tutti OM), fondato nel 1899, ha vissuto fasi alterne nella sua lunghissima storia. Dai gloriosi trascorsi dei primi anni '70, alla retrocessione nei primi anni '80. Dall'era Tapie vincente e finita negli scandali, al buio dei primi anni Duemila, alla rinascita nel 2010 con il nono scudetto vinto sotto la guida di Deschamps. Se si pensa che da queste parti nella storia del club hanno transitato giocatori come Voeller, Blanc, Papin, Pires e Dugarry (solo per rimanere ai tempi recenti), quella di adesso si può definire una fase di transizione.

    Finito il ciclo di Deschamps nel 2012, infatti, l'OM è ripartito da Elie Baup. E anche da tanti giocatori nuovi, con la cessione di non pochi pezzi pregiati Baup, un inizio di carriera sfavillante alla guida del Bordeaux a cavallo tra i '90 e il 2000 e poi poco altro, ha scelto il 4-2-3-1 alternato ogni tanto col 4-3-3. 

    In porta c'è Steve Mandanda, 28 anni "colored" dalle doti fisiche esplosive, capace di alternare parate strepitose a errori madornali. Ma con gli anni ha trovato un pizzico di continuità. In difesa a destra giocherà Fanni, esterno più difensivo che di spinta. Centrali titolari sarebbero il brasiliano Lucas Mendes, (infortunato sarà sostituito da Diawara), classe '90 così come il compagno di reparto Nicolas 'Nkoulou. Camerunense, nazionale, gioiello dell'Om, 23 anni ma già sei anni di Ligue 1 alle spalle, due anni fa stava per fare il grande salto al Milan. Ha pregi e limiti di tanti difensori africani, anche se con un'impostazione tattica più europea. A sinistra completa il reparto Mendy, sostituto dell'acciaccato Morel.

    A centrocampo Romao e il giovanissimo Imbula, colpo di mercato dell'OM anche se tanto per capirci non siamo al livello di Pogba, garantiscono corsa e quantità, a supporto dei tre trequartisti e della punta. Dietro al bomber Gignac, gigante col vizio del gol (ma anche di mangiarsi reti facili per via del tasso tecnico un po' grezzo), anche lui non al meglio (pronto il tunisino Khalifa) sono in quattro per tre maglie: Payet (titolarissimo ma appena rientrato da un infortunio), Thauvin (giovane talento lanciato da Garcia nel Lille) e la stella Valbuena si giocano il posto con il ghanese Andre Ayew, dei quattro il più "attaccante" è il meno "centrocampista". Non in gran forma (zero punti e un solo gol fatto in due gare di Champions e sconfitta in campionato nel "derby du sud" col Nizza). Lenti e macchinosi nello spunto i difensori, dotati poi di ottimo allungo. Non irresistibili davanti dove fermando Valbuena e i riferimenti dalle fasce a Gignac si ridimensiona di molto il potenziale offensivo del Marsiglia.

    Dove il Napoli può soffrire è sul piano del ritmo, in un ambiente che si annuncia caldissimo visto che Baup è costretto a far punti per sperare. Al Velodrome dopo aver visto il Marsiglia, noi punteremmo su Hamsik. I suoi inserimenti potrebbero essere fatali a Mandanda. Higuain del resto non sarebbe una sorpresa.

    Condividi questo post