Va bene il turnover, ma solo dopo il 3 maggio
di Domenico Zaccaria
Udine, Milano e poi la finale di Coppa Italia. Tra il Napoli e la gara più importante della stagione ci sono due trasferte di campionato poco agevoli ma probabilmente non decisive per il piazzamento finale in campionato (molto dipenderà dall’esito di Fiorentina-Roma in programma sabato). Già da alcune settimane, sfumato il secondo posto e con il terzo quasi in cassaforte, si sente dire che per Benitez è arrivato il momento degli esperimenti per dare spazio a chi, come Zapata e Radosevic, ha avuto poche occasioni per mettersi in mostra; oppure per capire se chi in questo momento è dato sul piede di partenza – Maggio, Behrami, Zuniga, Britos e Dzemaili – merita la fiducia del tecnico spagnolo anche per la prossima stagione. E invece io dico che bisogna tenere alta la tensione fino al 3 maggio, quando ci giocheremo la Coppa all’Olimpico: guai se arriveremo a quella gara con le pile scariche, sperando che si riaccendano magicamente a causa della posta in palio. Anche perché la Fiorentina in questo periodo è costretta ad andare a mille per difendere il quarto posto dall’assalto dell’Inter e il rischio concreto è che arrivi alla finale magari più stanca, ma più in palla del Napoli. Noi, d’altronde, ne dovremmo sapere qualcosa: due anni fa alla stessa partita arrivò una Juve appagata dalla conquista dello scudetto e gli azzurri di Mazzarri riuscirono ad avere la meglio di un avversario che si era rivelato più forte per tutta la stagione. A vari Higuain (che peraltro salterà già la gara di Udine), Albiol, Callejon e Inler stiamo chiedendo gli straordinari da settembre e sarebbe una follia concedergli una tregua proprio adesso, anche perché l’atto finale della Coppa Italia segnerà una linea di demarcazione netta tra una buona stagione e un’annata deludente. Dopo il 3 maggio sono in programma altre 3 gare di campionato contro Cagliari, Sampdoria e Verona: e allora sì che si potranno fare gli esperimenti.