Atalanta-Napoli e la notte che vincemmo tutto

È il 13 giugno dell’87, un mese prima ci siamo cuciti sul petto il primo tricolore: noi siamo ancora ubriachi di gioia ma i nostri eroi hanno fame di trionfi, e a Bergamo alzano anche la Coppa Italia
  • [Foto: wikipedia]

    di Francesco Albanese

    Non era ancora la Tim cup, ma semplicemente la Coppa Italia. La finale era composta da una gara d'andata e una di ritorno, non esistevano partite secche nei turni precedenti, la competizione iniziava con un girone a sei squadre che qualificava le prime due classificate e chi alzava il trofeo accedeva di diritto all'estinta Coppa delle Coppe. Tutto questo succedeva una vita fa. L'incrocio con l'Atalanta riporta però inevitabilmente la memoria a quello straordinario 1987. L'anno del double azzurro: un'impresa fino a quel momento riuscita solo ad altre due squadre, Torino e Juventus.

    La cavalcata del Napoli fu impressionate: 13 vittorie su 13 partite (oggi per vincere la Tim cup è sufficiente disputare 5 partite) e tre giocatori nei primi tre posti dei marcatori (Giordano, Maradona e Carnevale): insomma un'impresa ineguagliata e ineguagliabile.

    Quella alzata a Bergamo fu la terza coppa vinta, un successo che arrivò con la pancia già piena del primo, storico, tricolore. In quella stagione però il cannibalismo azzurro non conosceva limiti.

    A rivedere le immagini del tempo oltre alle giocate di Diego, ai guizzi di Giordano e degli altri campioni conclamati si possono scorgere tante piccole storie. Una è quella di Ciro Muro. Un talento nato in casa che però ebbe la sfortuna d'incrociare il miglior Napoli della storia. Murodona, così lo chiamavano, lascia il club nell'estate del 1987 per non farvi più ritorno. Un'esperienza quella con la squadra della sua città suggellata però da un bellissimo gol nella finale d'andata contro l'Atalanta in Coppa Italia. Muro, Maradona, Muro e palla all'angolino. Vi pare poco?

    Ps Ci sono altri due dettagli che impressionano a rivedere quelle scene. La cerimonia di consegna del trofeo avveniva in mezzo al campo senza troppi fronzoli né coriandoli colorati sparati in aria, guardate poi con quale atteggiamento Diego si offre alle telecamere nel post partita: alla faccia di tante mezze tacche di oggi che sbuffano se devono firmare un autografo in più.

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