Attento Napoli, a Bergamo si soffre sempre
di Domenico Zaccaria
Che fosse da sempre un campo ostico al Napoli già si sapeva. Per i più distratti, la conferma arrivò puntuale il 2 dicembre del 2007, l’anno del ritorno in Serie A. Floccari si travestì da Ibrahimovic, Ferreira Pinto da Cristiano Ronaldo. Risultato: Atalanta-Napoli 5-1, la più pesante sconfitta della gestione Reja. Una gara maledetta nella quale il Pampa Sosa, giusto per non essere da meno degli avversari, si inventò un gol alla Van Basten, tanto bello quanto inutile. Dal ritorno nella massima serie a oggi il Napoli ha giocato all’Atleti Azzurri d’Italia 5 volte e il bilancio è di quelli che fanno paura: 3 sconfitte, 1 pareggio e 1 vittoria. I tifosi locali non ci amano (eufemismo) e i nerazzurri in quello stadio piccolo e vecchio hanno spesso una marcia in più, ma l’impressione è che le gare interne contro il Napoli facciano scattare negli atalantini una sorta di pericolosa molla. Se a questo aggiungiamo le recenti tensioni della gara in Coppa Italia, con l’ex Cigarini in versione “Il vendicatore” (di cosa, ancora non si è capito), è meglio che Benitez e i suoi stiano all’erta: domenica ci aspetta una battaglia. Recentemente abbiamo strappato i 3 punti solo una volta, nello 0-2 del gennaio del 2010, gara aperta da una prodezza di Quagliarella e chiusa da Pazienza; poi, ancora un punto due anni dopo (nel frattempo l’Atalanta era scivolata in Serie B), con un gol di Cavani al 94esimo che evitò la sconfitta dopo la rete dell’ex Denis. Per il resto, le trasferte a Bergamo hanno portato solo dolori: 1-3 nel 2008 (gol di Manfredini e, ancora di Floccari e Ferreira Pinto) e 0-1 la scorsa stagione (prodezza di Carmona). Guai, insomma, a pensare già alla semifinale di Coppa Italia: domenica bisogna scendere in campo con il coltello fra i denti. La Roma può attendere.