Sarà un Napoli stile Firenze, coperto e pronto a ripartire

Callejon e Mertens (o Insigne) in linea con Behrami e Inler, ma pronti a scattare come molle: è la variante tattica che innervosisce Conte e mette in dubbio il 4-3-3 della Juve
  • Foto: calcio.fanpage

    di Errico Novi

    Conte ha un certo piglio teatrale, nelle conferenze stampa. Rafa mai: sorride e trasmette una tale leggerezza che i cronisti partenopei se ne sono lamentati, hanno ancora nelle orecchie le convulsioni di Mazzarri. Però Conte finge: le spara grosse per mascherare la preoccupazione. E stavolta il tecnico juventino ne ha ben donde: sa che il Napoli può incastrare la sua squadra. Si dibatte, l’allenatore bianconero, tra un’edizione riveduta del tradizionale 3-5-2 e la svolta definitiva al 4-3-3. Nessuna delle due ipotesi lo convince davvero. Con la prima i suoi rischiano di essere troppo prevedibili. Con la seconda andrebbero quasi certamente in inferiorità numerica a centrocampo. Perché una cosa è chiara: Benitez porterà a Torino un Napoli “fiorentino”. Cioè molto simile a quello che ha fulminato “due tiri due gol” i viola di Montella. Pochi fronzoli, molta compattezza: gli azzurri giocheranno di fatto con un 4-4-1-1. Con il solo Hamsik davvero libero di assecondare il proprio genio, e con Callejon e Mertens ben attenti a tenere una vera linea a 4 in fase di non possesso. Pronti a scattare come due molle, ed è l’eventualità che Conte teme di più. Perché lui tenterà di fare la partita e di creare la solita densità nella nostra trequarti, ma questo gli costerà qualcosa. Gli sarà più difficile controllare le incursioni di Dries (o forse Lorenzo, ma il ballottaggio pende a favore del belga) e Calleti.

    Higuain farà il centravanti multitasking: spietato nel capitalizzare eventuali palle lunghe che dovessero superare il centrocampo della Juve, generoso nel favorire con i suoi tagli e i suoi assist gli affondo delle nostre mezzepunte. Ma noi giocheremo in difesa. A dispetto di chi come Mario Sconcerti ci considera la squadra italiana più virtuosa d’Europa, faremo un calcio tradizionale, attento, prudente. Come a Firenze appunto. D’altronde la nostra maggiore preoccupazione è lo stato di forma incerto degli insostituibili Maggio e Armero. Calleti e Dries dovranno stare coperti anche per dare una mano a quei due. Poi qualche palla lunga stavolta non guasterebbe. Albiol e Fernandez proveranno a metterne più di una. Il resto lo farà il campo. E i colori: e cioè quella scintilla che scatterà nella testa dei nostri alla vista delle maglie bianconere. Chi c’era l’anno scorso dovrà ricordare ai compagni con quanta ingenuità ci facemmo portar via una gara che la Juve non aveva dominato. E tutti insieme dovranno farsi venire la voglia di non cadere nella stessa trappola. Acca’ nisciuno è fesso.

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