#Playnapolist dopo Napoli Lazio

Da Bob Dylan ai Radiohead, passando per i tifosi della Reggiana Offlaga Disco Pax e il supporter dei QPR prima e Arsenal poi, Roger Daltrey, dei The Who. La colonna sonora di una manita. Cinque pezzi per cinque gol
  • Roger Daltrey, colonna dei The Who, con Arsene Wenger
  • arsenalpics.com

    Sabato a Napoli si è tenuto un bellissimo concerto nella location di Castel Sant’Elmo, bellissimo avevo pensato ma non immaginavo che quello di domenica sera al San Paolo sarebbe stato ancora più bello. La squadra di Sarri come un’orchestra perfettamente affiatata ha suonato una sinfonia fatta di cinque parti una meglio dell’altra. La voce solista di Higuain finalmente ha avuto la giusta ribalta e oltre a lui si sono messi in luce anche altri protagonisti come Insigne, Gabbiadini e Allan.

    Come back to what you know – Embrace

    Il Pipita ritorna ai luoghi che meglio conosce, all’area di rigore, al gol, alle esultanze. Tutto lo stadio, non esattamente gremito, lo sospingeva, sentiva la sua inquietudine dopo Empoli e Bruges. Si butta anche alle spalle l’errore della scorsa stagione, proprio contro i biancocelesti, errore che aveva in qualche modo condannato il Napoli e mandato in paradiso i capitolini. Il Pipita si riprende il maltolto e guida l’attacco partenopeo in una sinfonia offensiva in grado di proporre diverse voci, tutte ugualmente importanti alla sinfonia generale, tutte egualmente letali, come contro la Lazio.

    Lungimiranza – Offlaga Disco Pax

    Non sempre si riesce a capire cosa si ha davvero davanti agli occhi. Occorre pazienza e molta lungimiranza. La scelta di Sarri, ne va dato merito alla società, era di sicuro una scelta lungimirante, ma al contempo richiedeva pazienza, molta pazienza. La pazienza non è propriamente la virtù per cui all’ombra del Vesuvio siamo conosciuti nel resto del mondo ed infatti il numero decrescente degli spettatori e i primi risultati stagionali inducevano a pensare che ci si fosse incamminati su un viale scosceso e senza sbocco. Questo almeno sembrava ai più distratti, ai meno lungimiranti, fino a questa settimana almeno.

    You better you bet – The Who

    Credo che fino alla scorsa settimana nessuno avrebbe scommesso su queste due cinquine del Napoli, nemmeno il più sfrontato Mauri dei tempi d’oro. Ora invece ci scopriamo solidi e capaci di grandi cose. Il lavoro non è finito ma qualche frutto comincia a germogliare e nemmeno tanto timidamente. Stiamo ridando lustro a giocatori dati per spacciati come Jorginho, Insigne sfodera una prestazione scintillante dopo l’altra. Sia da trequartista che da esterno. I movimenti, al netto dei gol segnati, sono il vero tesoro nelle mani di questa squadra. La rosa è più forte dello scorso anno ma deve metabolizzare una mentalità offensiva ricca di schemi, specialmente da palla inattiva. Ma questi ragazzi possono ancora darci altre soddisfazioni, magari già da sabato contro la Juve, c’è da scommetterci.

    The Times They Are A-Changin – Bob Dylan

    Io non credo alla teoria del cambiare idea. Credo piuttosto al perseguire un equilibrio. Il calcio è fatto di equilibri, pesi e contrappesi che possono essere alterati arbitrariamente solo dall’estro di alcuni prescelti, alcuni giocatori che possono prescindere da questi rigidi calcoli, solo dopo però averli fatti propri, dopo aver acquisito la forma mentis di un allenatore. Sarri aveva bisogno di tempo e ne ha ancora tremendamente bisogno, ma sapeva che dopo un po’ sarebbe potuto arrivare al 433, non immediatamente, ma col tempo. La partita con la Lazio e quella col Bruges dimostrano che questo gruppo può divertirsi molto, senza però ignorare quale sia la strada maestra.

    Everything in It's Right Place – Radiohead

    A prescindere dai moduli, a prescindere dalle denominazioni, la partita contro la Lazio ha dimostrato come tutti si sentissero nel posto giusto al momento giusto. Non pedine in uno scacchiere, ma protagonisti attorno ai quali viene posto il degno contorno. Anche chi è subentrato come Gabbiadini ha saputo lasciare il segno sulla partita. Tra le scene memorabili ricorderemo la prestazione di Allan nella doppia veste di goleador e di assist-man e indelebile rimarrà la sfuriata di Callejon che ancora a tempo scaduto cercava di marcare il cartellino col sesto gol e si andava a lamentare con l’arbitro per aver fischiato la fine. Questa voglia di giocare, di continuare a divertirsi testimonia che l’ingranaggio napoletano si muove nel modo giusto, almeno pare che incominci a farlo.

    #forzanapolisempre

    Condividi questo post