La partita vista dal mister
di Mister Fabio Amazzini
Napoli - Palermo
Dopo la “singolare” conferenza stampa che ha anticipato Napoli-Palermo, nella quale Benitez ha gettato acqua sul fuoco riguardo le critiche mossegli dalla stampa e dai tifosi riguardo la sua gestione tecnico-tattica, gli Azzurri tornano finalmente in campo nel primo turno infrasettimanle del campionato. Nessuna occasione migliore per ripartire e lasciarsi alle spalle gli errori e i risultati negativi di questa prima fase della stagione.
L’undici titolare
Il tecnico spagnolo, complici anche gli impegni ravvicinati,continua sulla strada del “turn-over”. Rispetto all’undici schierato ad Udine, riconfermati soltanto Rafael tra i pali, la coppia di centrali difensivi, Albiol e Koulibaly e Gargano in mediana. Ancora un’inedita soluzione “terzini”, con Ghoulam recuperato a sinistra che sostituisce Britos ed Henrique che prende il posto di Maggio. Rientro anche per Inler in cabina di regia e completo stravolgimento nel reparto offensivo. Dentro Callejon, Hamsik,Mertens e Zapata, fuori Zuniga, Michu, Insigne e Higuain.
Il modulo
Rafa torna dunque al suo tradizionale 4-2-3-1. Quello infatti visto contro i friulani aveva più l’aspetto di un 4-4-1-1 mascherato, visto l’inusuale impiego di Zuniga sulla trequarti e la soluzione doppio mediano, Gargano e Lopez, che escludeva l’inserimento di un vero e proprio “regista”.
La partita
La gara del San Paolo si mette subito in discesa per gli azzurrigrazie al goal di Koulibaly che al 2’ insacca di testa su corner di Callejon. Il raddoppio arriva dopo 9’ grazie a Zapata che sfrutta nel migliore dei modi una superiorità numerica creata da Mertens che intercetta un passaggio orizzontale del centrocampo avversario. Ma proprio nel momento in cui il Napoli, forte del doppio vantaggio, potrtebbe esprimere il suo miglior calcio, si spegne la luce e gli azzurri si fanno raggiungere sul 2-2. Il goal che accorcia le distanze arriva su azione di calcio d’angolo. Henrique non cambia la marcatura e si perde Belotti che colpisce di testa mettendo la palla alle spalle di Rafel. Dormita generale di tutto il reparto difensivo in occasione del goal del pari. Ghoulam, sulla fascia sinistra, si fa rubare il tempo dal suo diretto avversario Morganella, palla dietro sul dischetto del rigore, e tap in vincente di Vasquez, lasciato solo da un disattento Gargano. La parità è ristabilita. E’ lo stesso Gargano però che, proprio allo scadere dei primi 45’, serve magistralmente Callejon che, sfruttando un errore di piazzamento della linea difensiva avversaria fa 3-2.
La ripresa riparte su ritmi decisamente più bassi rispetto alla prima frazione di gioco. Il Napoli non spinge sull’acceleratore e sembra amministrare il vantaggio con un buon possesso palla. Ma al 61’, ancora una volta Belotti finalizza una buona trama offensiva dei siciliani che fanno 3-3. Nell’ultima mezz’ora di gioco la gara non vive più importanti sussulti e si trascina lenta e confusa fino al 90°! Neanche l’ingresso in campo del Pipita Higuain a 20’ dal termine serve al Napoli per conquistare i 3 punti. Il pari finale non può sicuramente soddisfare gli Azzurri che ora si ritrovano a fare i conti con una classifica inattesa ma soprattutto con una condizione mentale che, se non ripristinata immediatamente, potrebbe compromettere un’intera stagione.
Principale duello tecnico-tattico
Se c’è una cosa che questo Napoli sa fare e bene è “ripartire”. Gli Azzurri hanno un potenziale offensivo tale da creare sempre disordine nelle difese avversarie quando recuperano palla, nella propria metà campo o ancor meglio sulla trequarti. Il pressing alto, però, necessita di una condizione atletica importante e soprattutto, nel caso in cui qualcuno dei meccanismi non dovesse funzionare, regala qualcosina in termini di metri e di uomini all’impostazione di gioco avversaria. Le indiscusse doti tecniche dei quattrogiocatori del reparto offensivo partenopeo e la duttilità eintelligenza tattica degli stessi, garantiscono però, davvero diverse soluzioni. Nella gara di oggi, Zapata si è mosso molto bene sulla linea dei due centrali dettando in più di una circostanza interessanti passaggi verticali. Il taglio degli esterni è una “costante” che ha fruttato al Napoli diversi goal nella scorsa stagione, in particolar modo con Callejon che spesso coglie in contropiede sia il suo diretto avversario che il guardalinee, muovendosi, appunto, proprio sul filo del fuorigioco. E lo spagnolo anche oggi si è reso protagonista di questo tipo di giocata regalando al Napoli il temporaneo 3-2. Sotto il profilo tattico, la gara è stata molto caotica, frenetica e talvolta disequilibrata, soprattutto nella prima frazione di gioco ma ha comunque offerto qualche interessante riflessione. Se è vero che le due squadre si sono allungate ed hanno iniziato ad affrontarsi a viso aperto dopo soltanto 20’ di gioco, è anche vero che fino a quel momento è stato soltanto il Napoli ad essere realmente pericoloso grazie ad ottime trame di gioco costruite su Hamsik che, si è mosso tanto tra le linee trovando posizione e tempi di gioco a lui congeniali. Il 3-4-1-2 di partenza di Iachini non ha sortito gli effetti desiderati. Il tecnico dei rosa-nero avrà pensato che, in fase di impostazione del Napoli, il 2 vs 2 delle sue punte sui centrali avversari e la copertura del trequartista su Inler avrebbe bloccato qualsiasi soluzione di costruzione del gioco, ma Gargano, forse troppo sottovalutato anche dal tecnico avversario,oltre alla sua consueta dose di interdizione , ha garantito anche equilibrio in fase di impostazione, soprattutto offredo agli esterni Gholuam ed Henrique sempre una soluzione di passaggio, oltre a quella rappresentata da Hamsik o Zapata o dal ripiegamento degli esterni Mertens e Callejon molto bravi e soprattutto abituati a svolgere diligentemente anche la fase difensiva. Dopo il 2-0 però Iachini è corso ai ripari passando al 3-5-1-1 andando ad uomo su Hamisk con il suo centrocampista basso e bloccando così le giocate allo slovacco e allo stesso tempo è stato abile, in fasse offensiva, ad intravedere alle spalle di Gargano ed Inler, centrocampisti abituati a pressare in avanti, uno spazio utile permandarci a giocare Dybala prima e Joao Silva poi e favorire conseguentemente l’inserimento dei due esterni del “cinque” di centrocampo, in particolare Morganella. E’ da questo tipo di soluzione che è infatti nato il goal del 2-2 di Vasquez. Se analizziamo l’azione, ci accorgiamo che la linea a 4 di difesa del Napoli è molto bassa, quasi schiacciata nella sua area di rigore. Questo accade perché, la palla tra le linee, oltre a cogliere impreparati i centrocampisti avversari, costringe i centrali a ripiegare e correre verso la propria porta perché, diversamente facendo, dovrebbero avere la certezza che nel caso in cui sbagliassero il tempo della giocata difensiva, i terzini garantirebbero comunque adeguata copertura, e questo non è sempre certo, soprattutto se l’azione offensiva della squadra avversaria prevedere anche l’inserimento degli esterni di centrocampo.
Le sostituzioni
De Guzman per Hamsik al 21’ s.t – Higuain per Zapata al 25’ s.t – Insigne per Mertens al 39’ s.t.
L’unico degno di nota è il primo dei tre cambi effettuati. Gli altri due appartengono infatti alla “pura” tipologia “ruolo a ruolo” alla quale oramai Benitez ci ha costantemente abituato. Cambi utili a far rifiatare chi esce e a niente più.
Quello di De Guzman invece, se il neo-acquisto azzurro fosse andato in mediana passando ad un 4-3-3 allora, dal mio punto di vista, avrebbe avuto sicuramente un senso più logico e magari avrebbe potuto garantire maggiore equilibrio in mezzo al campo, dove una doppia inferiorità numerica non può durare 90’.Purtroppo però, come nella gara di Udine, chi è subentrato a gara iniziata, non ha avuto né gli spunti e né la pèossibilità tattica di incidere in modo determinante sulla partita e di conseguenza, sul risultato finale, che, ancora una volta, lascia l’amaro in bocca e ha tutto le caratteristiche dell’ennesima occasione sprecata.