La lotta per il secondo posto e l’uso dei media per destabilizzare il Napoli
di Dario Bevilacqua
Qual è l’ultima e avvincente sfida che ci sta regalando il finale di Campionato di Serie A 2016/2017?
Facile: la lotta per il secondo posto tra Roma e Napoli.
E quale, delle due contendenti, ha l’inerzia a favore?
Anche qui la risposta è semplice.
La Roma ha il tecnico che vuole andare via, viene da un pareggio sofferto, in casa, con l’Atalanta, è stata eliminata in coppa da una squadra tecnicamente inferiore e sembra aver finito la benzina. Senza contare il calendario molto ostico che le si para davanti.
Il Napoli ha il vento in poppa, ha battuto, segnando tre gol, una delle squadre più forti d’Europa, viene da due 3-0 in campionato e ha blindato il terzo posto. E ha un calendario alla portata.
E allora cosa fa la squadra più in difficoltà? Risposta facile anche questa: mette zizzania.
Come hanno già fatto altre società prima di lei, usa le notizie di mercato per destabilizzare l’ambiente della squadra inseguitrice. Per esempio delegittimando l’allenatore, che – stando alle notizie messe in giro – sarebbe desideroso di cambiare casacca, per andare ad allenare, pensate un po’, proprio quella squadra.
La notizia di Sarri alla Roma è un depistaggio a regola d’arte. Intendiamoci: la Roma lo avrà anche contattato, il tecnico del Napoli. E questi avrà anche risposto in modo cortese, senza chiudere la porta: in fondo non c’è niente di male a essere corteggiati da una società importante e ambiziosa e a manifestare un ipotetico gradimento. Però, lo stesso Sarri avrà anche detto di avere un contratto che intende rispettare. Con una squadra che elogia periodicamente, che sta plasmando a sua immagine e somiglianza e per la quale ha lanciato un progetto ambizioso per l’anno a venire.
E cosa fa la Roma? Comunica alla stampa amica (soprattutto quella locale, tra cui emittenti televisive e radiofoniche) che Sarri è un separato in casa e che farebbe carte false per venire a Roma. I media fanno il loro lavoro e rilanciano la notizia. Che ha il solo effetto di portare scompiglio e turbare l’ambiente. Anche perché, se così fosse, Sarri avrebbe anche il conflitto di interesse di sperare in secondo posto della Roma per avere una squadra rafforzata da un mercato più danaroso (grazie ai soldi della Champions diretta).
Non è detto che sia vero, però. Anzi, probabilmente non lo è. Anche perché cosa avrebbe da guadagnare trasferendosi da una squadra che ha costruito piano piano, che lo segue come un vate e che l’anno prossimo sarà rinforzata, per allenarne un’altra, con una società e una piazza in subbuglio, che hanno appena fatto fuori un grande allenatore, e la cui prima mossa di mercato sarà cedere un pezzo grosso della rosa per fare cassa?
Il giochino è semplice, anche se non sempre così efficace: ci ha provato, recentemente, anche l’Inter, con le notizie su Mertens, quando l’aggancio al terzo posto sembrava possibile, e ci sta riprovando ancora oggi che lo scontro diretto – utile per il quarto posto – si avvicina. Destabilizzate, gente, destabilizzate.
L’importante è non crederci. E andare avanti. Con Maurizio Sarri.