Kung Fu Pandev
di Boris Sollazzo
Siate sinceri, nessuno di voi si è entusiasmato al suo arrivo. Nè ha avuto sussulti alla sua riconferma. Quasi tutti, me compreso, l'avete criticato più volte, per la lentezza con cui entra in forma. Anzi per la lentezza e basta.
Ma lui è il primo vero top player della gestione De Laurentiis, il primo, almeno, che lo era già prima di approdare sul golfo. Fondamentale, anche se non sempre necessario. Unico per la capacità d'essere un campione con tanto di triplete in bacheca e accettare serenamente un impiego a singhiozzo.
Uno di quelli di cui senti la mancanza quando non ci sono, quando capisci che è davvero l'unico a poter ricoprire tutte e quattro le posizioni d'attacco e in particolare quelle di Hamsik e Higuain, centrali nel nostro sistema di gioco. Del primo ha la lucidità nell'assist e nel passaggio filtrante e anche un buon intuito negli inserimenti, del secondo la capacità di nascondere e proteggere la palla e l'essere pericoloso dalla media distanza. Certo è anche lento, macchinoso se non in giornata, poco incline alla fase difensiva. Ma di fatto è quell'uomo che sa mordere il campionato quando la squadra è in difficoltà, quando la manovra non è brillante, quando hai bisogno di un terminale offensivo furbo e tecnico. Ieri, tra l'altro, l'abbiamo visto in versione inedita, quella del predatore che approfitta degli errori altrui e che azzanna gli avversari in 25 minuti. Con due palle conquistate, le prime che toccava o quasi in partita.
Quel suo viso antico, lo sguardo a volte perso nascondono un carattere forte e una tecnica che spesso tutti sottovalutano per l'essenzialità del suo gioco. Lui ha cominciato a insinuare il dubbio che Napoli non fosse un declassamento per i fuoriclasse. Lui, ieri, ci ha allontanato dal passo falso con il Sassuolo, colpendo la partita e poi ammazzandola. Facendo così riposare i suoi compagni: Marek non si è neanche tolto la tuta, Gonzalo ha solo scaldato il suo motore per mezz'ora. All'esordiente Zapata per sfangare la giornata è bastato fargli da pilone. A faticare è rimasto Insigne, che fin dall'anno scorso si è capito a meraviglia con lui. Tanto che Lorenzo per lui ha fatto il terzino.
Teniamocelo stretto Goran.