Insigne dietro Higuain: caro Rafa proviamoci almeno una volta
di Errico Novi
Guardi Benitez e dici: questo è l’uomo più paziente del mondo. Poi passano i mesi, vedi che davvero non alza mai la voce, ma cogli anche un’ostinazione rara, e capisci che dietro la calma c’è la fede assoluta nelle proprie idee. È così che questo signore ha spaccato in due Napoli, intesa come tifoseria. Mai era successo che su un allenatore i napoletani si dividessero tanto, e in modo così netto: o pro o contro. E appunto, la ragione di questo schierarsi così radicale sta proprio nella strada senza compromessi che Rafa ha scelto per attuare il suo progetto. Da settimane, per essere chiari, anche da questo sito abbiamo auspicato qualche aggiustamento tattico. In particolare Domenico Zaccaria ha fatto notare con argomenti molto validi come il passaggio almeno occasionale al 4-3-3 potrebbe assecondare meglio le caratteristiche dei calciatori a disposizione. Chi scrive condivide in gran parte tale giudizio: in particolare perché un 4-3-3 consentirebbe di mettere molto più a loro agio diversi giocatori. Su tutti Hamsik, Inler, forse lo stesso Jorginho e in particolare Lorenzo Insigne. Lo smarrimento di Hamsik è ormai conclamato, ed è preoccupante perché non si vede un’inversione di tendenza rispetto alle opache prestazioni offerte prima dell’infortunio. Premesso che la sua crisi pare avere un’origine psicologica e non legata al campo, è anche vero che in quella terra di nessuno dove adesso si trova a giocare il campione slovacco diventa del tutto estraneo alla manovra. E comunque è difficile contestare un fatto: Hamsik non è un trequartista classico. Non ha il passo breve e la rapidità di gambe che consentono di giocare agevolmente in quella posizione, in cui di solito gli spazi si restringono all’inverosimile.
Sulla maggiore confidenza di Inler e Jorginho con una mediana a tre non è necessario dilungarsi. Casomai vale la pena di notare come un’evoluzione tattica di questo tipo difficilmente costituirebbe un ripiegamento difensivista se, come qui si vuole intendere, il centrocampo a tre fosse composto da un regista (Jorginho), un incontrista (Behrami o Inler) e appunto un interno offensivo come Hamsik. Ma diciamo pure una cosa: questa roba qui non la vedremo mai. O almeno non in questa stagione. Scordiamocelo. Rafa ha fatto una scelta. Che risponde probabilmente non tanto a una semplice utilità tattica ma alla volontà di conferire al Napoli una vocazione spiccatamente offensiva. Benitez cioè ha forzato le cose. È andato probabilmente oltre il discorso strettamente tecnico, perché ha ritenuto necessario prima di tutto dare una scossa al Napoli in termini di mentalità.
E così possiamo scordarci anche di poter vedere Insigne giocare più vicino alla porta, come avverrebbe se ci schierassimo con il 4-3-3. Sì certo, anche a Pescara Lorenzo giocava defilato sulla sinistra, ma appunto in una linea offensiva a tre e dunque molto più vicino al centravanti. Quello è il suo ruolo naturale, o comunque è una posizione in cui rende molto di più rispetto a quanto avviene con l’attuale 4-2-3-1. Ma visto che è inutile aspettarsi ripensamenti sul sistema di gioco da qui alla fine della stagione, c’è una domanda di riserva che vorremmo rivolgere a Benitez: caro Rafa, perché ti sei convinto che Lorenzo non possa giocare dietro Higuain? E perché non lo provi in quella posizione almeno una volta?
Ecco, questa sì che vorremmo vederla ora. Rafa ce la può concedere, non ci sono stravolgimenti da fare. Il discorso è: considerata la scarsa vena di Hamsik, e la necessità di attendere un suo pieno recupero, non si potrebbe avvicendarlo una volta ogni tanto con Insigne? Non vorreste vedere voi tutti qualcun altro al posto di Marek che non sia l’irritante Pandev degli ultimi tempi? Nel momento in cui non fosse costretto a rincorrere i terzini avversari, di sicuro Insigne sarebbe più lucido e più concreto. E soprattutto, potrebbe tentare la giocata risolutiva senza doversela preparare quaranta metri prima. Se Insigne sbaglia i gol che sbaglia, se spesso arriva al tiro con le idee confuse, infiacchito e con la lingua per terra, è perché ha cominciato a divincolarsi trenta-quaranta metri più dietro. Non parliamo di Ribery, ma di un ragazzo alto sì e no quanto Maradona, che dunque ha un passo breve, e con quel passo, se non sei Maradona, è praticamente impossibile partire da centrocampo e trovarsi in condizione di puntare la porta. Invece lì, in quello spazio trafficatissimo che oggi è occupato da Hamsik, la rapidità e le invenzioni di Lorenzo potrebbero dare i frutti migliori. Proviamoci almeno qualche volta, tanto Marek non le giocherà tutte. E diamo così a Insigne la possibilità di ricordare a chi lo fischia che da quasi due anni si è schierato in un ruolo in cui si sarebbe smarrito nel nulla anche Roberto Baggio.