Dimentichiamoci del Cholo
Di Antonio Moschella
È di ieri l’indiscrezione di Sky secondo la quale De Laurentiis avrebbe offerto un contratto (faraonico?) a Diego Simeone. Onestamente, sia essa una bufala o meno, mi è venuto da sorridere, e non poco, una volta letta la notizia. Al di là della vana speranza che Rafa Benitez abbia letto la mia lettera, credo che siano vari i motivi per i quali il Cholo non siederà mai sulla panchina azzurra. E men che meno nel breve periodo.
Cuore. Simeone è un uomo fedele alla moglie e alle sue squadre, ossia quelle dove ha giocato e nelle quali si identifica maggiormente. Sto parlando di Inter, Lazio, Atlético Madrid e, soprattutto, Racing di Avellaneda, la squadra argentina della quale il Cholo è sempre stato tifosissimo. Ora che allena i colchoneros, l’ex centrocampista è completamente immerso nella sua avventura madrilena e non abbandonerebbe facilmente la creatura da lui creata a sua immagine e somiglianza.
Organizzazione. Non sarà maniacale dal punto di vista tattico come Benitez, ma Simeone è un tipo super organizzato ed ama lavorare con tutte le sue carte a disposizione. Il centro sportivo di Majadahonda, dove si allena l’Atletico, ha tutto quello che Castelvolturno può invidiare. Per non parlare della possibilità di monitorare il settore giovanile da vicino.
Progetto. Sebbene l’Atletico Madrid rispecchi un tipo di società e di squadra antisistema tipo il Napoli, la sua traiettoria negli ultimi 3 anni - quelli di Simeone, appunto - è quella di una squadra ormai nel gotha del calcio europeo e mondiale. Quali ragioni avrebbe avuto l’argentino di trasferirsi in una realtà minore e in un campionato ormai disastrato come quello italiano? Se neanche Mario Suárez è venuto, figuriamoci lui.
Stipendio. Pecunia non olet, dicevano a Roma duemila anni fa. E in effetti il Cholo percepisce attualmente uno stipendio intorno ai 4 milioni, che in Spagna risultano valere molto di più a causa di una tassazione inferiore rispetto a quella italiana. Può davvero il Napoli permettersi un ingaggio da Top player per uno che non corre in campo ma grida dalla panchina?
L’dea di Simeone al San Paolo non è altro che una suggestione. Anche perché, ammesso e non concesso che il Cholo decida di lasciare Madrid, avrebbe su di sé gli sguardi di squadre ben più quotate del Napoli, che gli offrirebbero possibilità di lavoro migliori. Per cui, inutile illudersi, dimentichiamo il Cholo e concentriamoci sul presente. Ossia su aprile.