Centottanta minuti per imparare a crescere
di Francesco Bruno
Mentalità. Carattere. Sono queste le parole con cui noi tifosi napoletani abbiamo fatto l’abitudine a confrontarci da un po’ di tempo a questa parte, praticamente dalla sera del 13 febbraio allo Juventus Stadium. Se ne parla in tv, se ne discute tra amici al bar durante la pausa caffè, ne abbiamo scritto piu’ volte anche su questo sito. E' come se da quella maledetta sera di Torino si fosse creata una piccola incrinatura nella vera forza di questa squadra che è stata, quest'anno, la sua solidità psicologica. Gli azzurri, forse, sono tornati dallo Juventus Stadium con la mente minata, magari inconsapevolmente, dal dubbio di non essere fortissimi, o perlomeno di non esserlo piu' della Juventus. E da quella grande delusione in poi, il famoso carattere è quasi sparito del tutto nei momenti cruciali della stagione.
Che quest’anno l’aspetto psicologico – nel bene fino a Juventus – Napoli, nel male nel prosieguo della stagione - sia stato la chiave di volta del cammino degli azzurri lo ha confermato a chiare lettere, e per la prima volta, anche Sarri nella conferenza stampa in vista di Torino – Napoli. “Dal punto di vista del gioco abbiamo espresso grandi cose, ma ci manca la mentalità necessaria per metabolizzare gli episodi negativi e andare avanti senza perdere entusiasmo”, ha detto il mister. “Ci sono dei piccoli eventi, nel corso del campionato, che possono dare o togliere entusiasmo. Se a Torino avessimo fatto noi gol all'88esimo, forse avremmo avuto un approccio diverso. Ma questo fa parte della natura dell'uomo. Quindi, è normale che alcuni episodi sfortunati possano influenzare il tuo entusiasmo. Però, parlare di crescita di mentalità vuol dire proprio questo… Ecco perché crescere vuol dire saper assorbire certe situazioni”.
La testa, la maturità, dunque. Per parlarne così francamente alla vigilia dei centottanta minuti che qualificheranno il campionato del Napoli come “ottimo” o “straordinario”, vuol dire che il mister ha ben compreso che è questo il campo in cui si giocherà la partita decisiva. Significa che sta lavorando duramente sulla psicologia degli azzurri, come ha sempre fatto e come avrà fatto particolarmente nell’ultimo mese in cui sono arrivate tre sconfitte esterne consecutive. Per rafforzare l’autostima, sottolineando le positività dell’intero campionato e cancellando le scorie negative degli ultimi tre passi falsi. Per liberare la mente da ansia e stress. Ma, al di là di tutti gli sforzi motivazionali del loro allenatore, dovranno essere proprio gli azzurri a sviluppare il tanto agognato carattere, quello che sta a metà strada tra aggressività e determinazione. Chi se non loro stessi, il loro amor proprio e il desiderio di vivere l’anno prossimo l’inebriante atmosfera delle notti di Champions? E’ il momento di imparare a crescere, ci sono ancora centottanta minuti per riuscirvi.