Behrami, l’unico insostituibile nella rosa del Napoli

Il pareggio con il Sassuolo lo ha confermato: gli azzurri non hanno altri giocatori con le sue caratteristiche
  • datasport.it

    di Domenico Zaccaria

    C’è chi parla di Higuain, il pupillo di Maradona venuto da Madrid per far dimenticare Cavani. Chi di Albiol, il campione del Mondo che Benitez ha voluto per puntellare la difesa e guidare i compagni nel passaggio alla linea a quattro. E chi ancora di Hamsik, il fenomeno che non vuole ascoltare le sirene estere e ha giurato amore eterno al Napoli. Alla luce dei molti impegni il turnover è fondamentale, ma la rosa azzurra ha un insostituibile? La risposta è sì. E analizzando le prime sei gare dell’anno, l’insostituibile è Valon Behrami. Già, proprio l’ex terzino che si è riscoperto incontrista, lo svizzero arrivato lo scorso anno in punta di piedi e che quest’estate molti davano in partenza perché non adatto al gioco di Benitez. Behrami è insostituibile perché nessuno (in Italia) ha il suo dinamismo; e perché nessuno (in Europa) ha la sua capacità di aggredire l’avversario e di rubare la palla. Certo, le finezze tecniche non fanno parte del suo bagaglio, ma a quelle devono pensare i vari Insigne, Callejon, Hamsik, Pandev e Mertens. Tanti anni fa, Gianni Agnelli rimproverò così Platini: “Michel, un atleta come lei fuma nell’intervallo?”. “Avvocato, l’importante è che non fumi Bonini, lui è quello che deve correre”, fu la risposta del numero dieci bianconero. Ecco, Behrami corre, pressa e recupera palloni: nella rosa del Napoli non c’è un altro centrocampista con le sue caratteristiche. Lo si è visto chiaramente durante la partita con il Sassuolo: Inler e Dzemaili funzionano alla grande accanto all’ex Fiorentina, mentre soffrono maledettamente in coppia perché entrambi devono svolgere contemporaneamente il ruolo di interditore e di regista, con il risultato di non riuscire a fare bene né l’uno né l’altro. E infatti contro i neroverdi il Napoli non solo ha sofferto in fase di impostazione, ma ha subito più volte le ripartenze degli avversari senza che i quattro dietro potessero contare su un’adeguata protezione. La novità più interessante emersa dal deludente mercoledì di campionato è questa: lo schermo davanti alla difesa che solo Behrami riesce a garantire non è fondamentale solo contro il Borussia o il Milan, ovvero contro squadre votate all’attacco; il Napoli non può farne a meno nemmeno con le piccole, perché se non recupera in fretta il pallone non riesce a ribaltare l’azione con rapidità, con il risultato che il possesso di palla voluto da Benitez diventa sterile e i tre rifinitori sono già marcati. Non c’è la controprova, ma resto convinto del fatto che, con Behrami in campo, avremmo assistito a un secondo tempo (e non solo agli ultimi cinque minuti) all’assalto della porta di Pegolo, e non a una gara sostanzialmente equilibrata. Una partita simile a quella con l’Atalanta quando, tenendo sempre l’avversario lontano dalla propria porta, a forza di insistere il Napoli ha sbloccato la partita. Proprio quello che non è successo contro il Sassuolo.

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