Mertens tra Conti e Giordano: il meglio deve ancora venire...
di Errico Novi
RAFAEL – Come si chiama quello del Livorno che ha segnato da 40 metri? No perché un telecronista di Mediaset ha detto di aver rivisto in lui l’olandese Haan, quello che ad Argentina 78 segnò a Zoff dalla stessa distanza. Ecco, il tiro di Haan da 40 metri mi sembra l’ultimo esame da far ripetere a Rafael. Una volta che ha passato quello possiamo sopportare anche la partenza di Pepe. TAGLIALATELA
MAGGIO – Lotta, cade, si rialza, sempre vincerà. No, non è Mazinga. E un giocatore normale. E gli vogliamo bene per questo. FRANCINI
FERNANDEZ – Con lui Benitez rischia di ripetere lo stesso miracolo che a Liedholm riuscì con Tassotti. FERRARA
ALBIOL – Ma quanto ci piace questa sua involuzione verso l’archetipo del vecchio libero spazzatutto. Non tutti i mali (vedi i travasi di bile provocatigli in ordine di frequenza da Fernandez, Maggio, Armero, Britos, Reveillere, solo per citare i difensori di ruolo) vengono per nuocere. BRUSCOLOTTI
GHOULAM - Il fatto che abbia l’aria sempre piuttosto incavolata è molto rassicurante, ci mancava. Uno così a sinistra non l’abbiamo avuto quasi mai. Ricorda, per velocità, carattere e tiro da fuori, il miglior TURRINI
BEHRAMI – Torna dopo tre mesi e trova: Fernandez che sembra Baresi, Inler che fa il verso a Paul Ince, un terzino sinistro degno di questo nome, Marek che gioca da Hamsik, Mertens che dribbla alla Garrincha, Insigne che gli entrano i tiri a giro. Gli viene il dubbio: ma non è che ero io che guastavo tutto? VIDIGAL
DZEMAILI – Se uno dovesse scegliere a che veglione andare a Capodanno si fiderebbe di lui: il dritto della compagnia. BOGHOSSIAN
MERTENS – Fosse entrata quella palla dopo la serpentina gli avrebbero dedicato titoli tipo “ecco il nuovo Baggio”. L’idea che lì fuori non abbiano ancora capito che razza di giocatore è ci fa godere ancora di più. GIORDANO
HAMSIK – Pare che della sua classe cristallina fosse (almeno fino a prima di venire a Napoli, dove sembrò un vecchio prestigiatore in disarmo) LUCIANO CHIARUGI
INSIGNE – Il fatto che sia riuscito a maramaldeggiare solo con uno a cui vuole sinceramente bene conferma che i suoi sono semplici intervalli di malinconia. SCHWOCH
HIGUAIN – Come quelle rockstar che per non essere monotone a un certo punto fanno salire sul palco qualche emergente. PALANCA
PANDEV – Rimesso a nuovo, comincia a ricordare l’ultimo CARECA, quello che illuminava ancora ma senza sforzarsi troppo.
HENRIQUE – Anche lui continua a evocare musicisti, più sul genere new romantic anni Ottanta. Comunque, DALLA BONA
RADOSEVIC – Un MAGONI di incoraggiamento.