"Avete una vagina e volete usarla? Andate a Napoli"
di Luigi Rongione
La buonanima di mio nonno era solito raccontarmi che nel primo dopoguerra nel suo paesino di campagna c’era stato un evento alquanto singolare, ricordato poi per molto tempo negli anni a venire. Dei signori proprietari terrieri da tempo residenti al nord erano venuti per un viaggio di piacere e di affari al sud, in compagnia delle figlie, graziose e ormai divenute donne. Quest’ultime, evidentemente stimolate dal piacere visivo offerto dai giovanotti che affollavano le piazze e le strade, si sarebbero fatte scappare un “mamma mia e quanti giovanotti aitanti che ci sono”. Alle orecchie più attente e ai caratteri più indisponenti, la parola “aitante” non sarebbe passata inosservata, sino alla cortese ma ferma richiesta di spiegazioni, perché “se haitante è na bella parola, allora haitante assaje pure a te, ma se è una mala parola, haitante e’ chilli’ schiaff!”
Acqua ne è passata sotto i ponti da allora, ma il tema della carica di sensualità di cui è portatrice la gente del sud non ha mai smesso di esistere, fino ad oggi, più che mai oggi.
Con la nota positiva che “aitante” è una parola alquanto in disuso nel linguaggio corrente.
Non è solo il luogo comune sulla virilità e sul sex appeal della gente del Sud Italia, in particolare -per quello di cui andremo a parlare- portatori di gameti maschili. Questa volta siamo andati oltre.
Perché la dr.ssa Alex Schiller, specializzata nell’arte di non dormire mai da sola (da cui il titolo del suo blog Never Sleep Alone), ha rotto gli indugi ed ha scritto un articolo intitolato “Have a vagina? Want to use it? Go to Naples” – c’è bisogno di tradurre? - che ha destato curiosità e scalpore, sensazioni per una volta non legate ai consuetudinari temi legati all’immagine della città di Napoli agli occhi dell’opinione pubblica.
Niente Gomorra. Qua si parla di uomini, una media di 10 uomini per ogni donna single. E tutti belli, che sanno come cucinare, come cantare e come baciare, e non chiedono altro che farlo!
Ma addentriamoci con più precisione in quello che ha effettivamente scritto –in inglese- nel suo articolo, postato il 25 gennaio scorso.
La premessa è che
“Se sei una donna single che ama gli uomini, le moto, la musica, vai a Napoli. Perché non solo è una delle città più belle e magiche che esistano, non solo è situata nella zona del Mediterraneo che più spicca per splendore, non solo ci trovi la migliore pizza e pasta del mondo, non solo è più economica e sexy (in quanto a lifestyle) di Roma, Milano o Firenze, non solo è a breve distanza dal Vesuvio, Pompei, la Costiera Amalfitana – tutte raggiungibili in treno o in moto - e altre milioni di cose che dovreste vedere prima di morire. Il più grande segreto su Napoli che nessuna guida turistica potrebbe mai riportare è che: CI SONO CIRCA 10 UOMINI PER OGNI DONNA SINGLE”
Ecco, con questa premessa, ai più scettici, ai più bigotti, o semplicemente a chi Napoli la conosce solo in cartolina, potrebbe venire da dire “ma chi è questa dr.ssa Alex e soprattutto, a che titolo parla?”
E lei infatti, dopo una piccola parentesi sulle qualità culinarie, estetiche, canore e “linguistiche” dei napoletani, ce lo dice:
“Napoli è vittima di cattiva reputazione, a causa dei graffiti selvaggi e di Gomorra, ma io ho vissuto a Napoli, tra un salto e l’altro, quasi 2 anni e non mi sono MAI sentita, neanche per una volta, non al sicuro. Certo, agli scugnizzi magari piace buttarti l’acqua addosso mentre indossi una T-shirt bianca, ma gioca a calcio con loro, fagli il culo a suon di goal e diventeranno tuoi amici. Se decidi di venire a Napoli, scrivimi e io ti aiuterò nel creare un fantastico itinerario, portandoti io stessa in giro per la città, o a farlo sarà uno dei miei bellissimi e magici amici napoletani. Per scoprire le magie e i segreti di Napoli basta conoscere le persone giuste. Tu conosci me. E io conosco loro.”
Prima di chiudere l’articolo con un “quando andare? Ora! Perché domani qualcosa di voi potrebbe essersi trasformato in polvere (vi lascio immaginare cosa), per chi fosse ancora nel gruppo degli scettici, la dr.ssa Alex rincara la dose e continua tirando fuori una serie di consigli su dove dormire, dove vestirsi (bene, su misura e alla moda), dove mangiare, dove imparare l’italiano e dove socializzare. In particolare in quest’ultimo punto parla di P.za Bellini, nota e frequentata zona del centro storico, immersa tra università e storia, a due passi dal Conservatorio e dall’Accademia delle Belle Arti, con Port’Alba – la strada dei libri- da un lato e i resti della Neapolis greca dall’altro.
Insomma, la dr.ssa Alex sa il fatto suo, per un napoletano come me che vive all’Estero, sentir parlare così della mia città mi riempie il cuore di orgoglio. E di speranza.
Per questo, vorrete pur ben compiangermi (costa così poco), e vorrete pur bene indignarvi (costa pure di meno) se per una volta ci sono solo cose buone da dire, ferma restando l’esistenza di quelle negative. Come in ogni grande città.
Perché come diceva Troisi “allora è destin che avimm’à chiagner semp’? (..) ci sono i problemi, c’è questo c’è quell’altro ma ogni tanto arriva pure qualche soddisfazione”
(Sempre sul suo blog trovate altri articoli che riguardano Napoli, uno su tutti, “7 ragioni per amare Napoli che non hanno niente a che fare con la vagina”, dove l’umorismo e il personaggio lasciano spazio alla persona dietro di esso e ad una visione più sobria e dettagliata, ma non per questo meno coerente).