Lippi, Diamanti e un Dragone da svezzare

Perchè il calcio cinese fatica ad imporsi? Breve cronistoria di un movimento alla ricerca della giusta sintesi tra orgoglio nazionale e competenze straniere
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    di Nello Del Gatto*

    Potrà un diamante aiutare Lippi a vincere il triplete che gli è scappato quest’anno? Forse, ma difficilmente potrà aiutare il calcio cinese ad uscire dal pantano nel quale si trova. Se infatti il Guangzhou Evergrande dell’ex allenatore di Napoli, Juve e Nazionale Italiana è diventata da qualche anno la squadra da battere in Cina (e in Asia), dall’altra questo non ha favorito la crescita del calcio nel paese del dragone.

    Da sempre snobbato rispetto al basket, il calcio cinese, che a differenza di quello in tante parti del mondo può vantare milioni di euro di investimenti e stadi incredibili, non attrae, non sfonda. Eppure, soprattutto le vittorie dello squadrone di Lippi, hanno fatto si che sempre molti più tifosi affollino gli stadi cinesi, mentre le televisioni del paese del dragone trasmettono di continuo le partite di Premier League, oltre che di Serie A, Bundensliga e della Liga spagnola. La disfatta del calcio cinese è nei numeri: nell’ultimo ranking Fifa, la Cina è al 92mo posto, dopo aver toccato, nella classifica del marzo dell’anno scorso, il punto più basso al 109mo posto. Dopotutto, chi si ricorda qualche partecipazione della Cina a competizioni internazionali? Una partecipazione ai campionati mondiali di Corea e Giappone del 2002, con eliminazione al primo turno in un girone che comprendeva anche il Brasile (vincitore finale) e la Turchia (arrivata terza). Il resto, è fuffa. E lo sanno bene i tifosi cinesi, che via via si sono allontanati dagli stadi, complice anche un incredibile caso di corruzione che ha interessato i vertici della federazione, arbitri, giocatori e allenatori. Con l’avvento di Marcello Lippi arrivato grazie ai milioni della proprietà del club, il gruppo immobiliare Evergrande (che gestisce il secondo più grande patrimonio immobiliare di Cina), certamente l’attenzione sul campionato è aumentata. Non che prima non ci fossero stati giocatori o allenatori stranieri di fama. Ma Lippi ha sicuramente rappresentato una svolta.

    Un amico di Guangzhou, l’ex Canton, mi dice che se prima ti pagavano per andare a vedere le partite, ora è difficilissimo trovare i biglietti delle gare. Lippi non solo ha riportato interesse (oltre che un intero team italiano a guidare la squadra di Guangzhou), ma anche le vittorie e le partecipazioni internazionali. Quest’anno infatti la squadra del viareggino si è aggiudicato il campionato (che comincia a marzo e finisce e novembre), vincendo 24 delle 30 partite del campionato, perdendone una sola e distanziando di 18 punti la seconda. Il tutto, grazie anche ai gol del brasiliano Muriqui, eletto anche miglior giocatore dell’anno. Grazie ai suoi gol, Lippi si è anche aggiudicato (la seconda volta per un team cinese) la Champions asiatica, arrivando quarta (perdendo con Bayern di Monaco e Atletico Mineiro) per la coppa del mondo a club. Ha perso la coppa di Cina, ma questo non ha ridotto le ambizioni degli uomini di Lippi ne quelle del tecnico viareggino, che ha chiesto e ottenuto il trasferimento in Cina di Diamanti. Le vittorie della squadra di Lippi, non solo hanno riportato interesse verso lo sport in Cina, ma hanno anche dato il via ad un movimento che chiede al viareggino di prendere le redini della nazionale. Negli ultimi anni, i rossi di Cina sono stati guidati da Jose Antonio Camacho, cacciato a giugno scorso dopo che la sua nazionale aveva perso 2-1 contro l’Arabia Saudita ma soprattutto 5-1 contro la Thailandia (che è parecchio dietro la Cina nel ranking Fifa), nelle qualificazioni ai campionati asiatici del 2015. Attualmente la nazionale è stata affidata, in via temporanea, all’assistente di Camacho, Fu Bo.

    Su internet, dopo la vittoria della Champions e la buona performance alla coppa del mondo per club, si è diffuso un movimento che chiede a gran voce Lippi come tecnico della Cina. Lui nicchia, per ora è interessato al suo club, ma non è detto che in futuro non accetti. Dopotutto è una normale evoluzione. Ma il nome di Lippi è avversato dai puristi, non tanto per la sua persona, ma per il fatto di non essere cinese. I figli dei mandarini vorrebbero veder crescere, non dipendere, il calcio di casa dagli stranieri. Per accontentare tutti, Lippi dovrebbe essere un traghettatore più che un vero e proprio allenatore. Dovrebbe aiutare i cinesi a crescere. Come sta facendo Sandro Damilano, famoso marciatore, diventato commissario tecnico della marcia cinese, sotto il quale i marciatori del paese del dragone stanno facendo incetta di medaglie nel mondo.

    * Corrispondente Ansa Shangai e Presidente Napoli Club CIna Diego Armando Maradaona

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